25 marzo 2021, ore 09:00 , agg. alle 10:10
La ricorrenza quest'anno assume un'importanza particolare perchè Dante morì esattamente 700 anni fa, nel 1921
La Divina Commedia
Quante volte ci siamo chiesti: "Ma come ha fatto Dante a scrivere la Divina Commedia?". Sì, perchè l'opera più importante della letteratura italiana non è solo un capolavoro, ma è geniale, irripetibile, frutto di una mente fuori dal comune. Forse sui banchi di scuola ancora non viene apprezzata abbastanza, ma, con il passare degli anni, la Divina Commedia è capace di sedimentare dentro di noi e diventare indimenticabile. Le terribili punizioni, la passione mortale di Paolo e Francesca, il desiderio di Ulisse di seguire "virtute e canoscenza"... sicuramente, di tutta l'opera, è l'Inferno ad affascinare maggiormente e a essere maggiormente ricordato. La Divina Commedia si compone di tre Cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso, ognuna delle quali è composta da 33 Canti. L'Inferno comprende anche un Canto iniziale e quindi arriva a 34. In totale i Canti sono 100, un numero che simboleggia la perfezione. Non fu Dante a dare all'opera il nome che l'ha resa celebre in tutto il mondo, ma Giovanni Boccaccio. Fino al 1500, infatti, si chiamava solo Commedia. Boccaccio, erudito scrittore, non poté fare a meno di aggiungere l'aggettivo Divina. Dante lavorò all'opera per molti anni, dal 1305 circa alla morte, avvenuta nel 1321.
Il Dantedì
Oggi, e lo sarà ogni 25 marzo, è il Dantedì, la Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro della Cultura, Dario Franceschini. La data del 25 marzo è stata scelta perché proprio in quel giorno viene collocato l'inizio del viaggio di Dante nella Divina Commedia. L'edizione di quest'anno è particolarmente importante perché Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265, morì a Ravenna nel 1321, esattamente 700 anni fa. Moltissimi sono gli eventi programmati in tutt'Italia.
Il Sommo Poeta
Dante Alighieri nacque in una famiglia della piccola nobiltà guelfa fiorentina e crebbe in un ambiente elegante, imparando autonomamente l’arte della poesia. Era amico di alcuni dei poeti più importanti della scuola stilnovistica: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia. Nel 1285, Alighieri sposò Gemma di Manetto Donati, da cui ebbe tre o quattro figli. Nel 1274 il primo incontro con Beatrice, a cui Dante fu legato da un amore profondo. Di questo sentimento, pochi sono i fatti accertati. Pare, però, che la morte di Beatrice, nel 1290, abbia gettato il poeta in una profonda crisi religiosa. Dante, a Firenze, partecipò attivamente alla vita politica iscrivendosi alla corporazione dei medici e degli speziali. Firenze era allora teatro di lotte senza esclusione di colpi tra due fazioni guelfe: i Bianchi, che volevano l'autonomia, capeggiati dalla famiglia dei Cerchi, e i Neri, legati da interessi mercantili al papato e guidati dalla famiglia dei Donati. Dante si schierò con i Guelfi Bianchi. Nel 1301, a Firenze il partito dei Neri prese il sopravvento. Dante, accusato di corruzione, venne sospeso dai pubblici uffici e condannato al pagamento di una pesante ammenda. Poiché il poeta non si presentò davanti ai giudici, venne condannato alla confisca dei beni e al rogo qualora si fosse fatto trovare sul territorio del Comune di Firenze. Fu così costretto a lasciare la sua città. L'esilio portò anni di intenso lavoro perché, oltre alla Commedia, scrisse il Convivio e il De Vulgari Eloquentia. Dante sperò invano di ritornare a Firenze e morì a Ravenna tra il 13 e il 14 settembre del 1321.