Oggi è il trentesimo anniversario della Strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della scorta
23 maggio 2022, ore 13:14
A Palermo si sono tenute le cerimonie di commemorazione, anche in ricordo di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta. "Dimostrarono che la Mafia non è imbattibile", ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso al Foro Italico. Il capo dello Stato ha ricordato anche le resistenze che Falcone dovette superare all'interno della Magistratura.
Le cerimonie di commemorazione della Strage di Capaci sono iniziate proprio dove, alle 17,58 di quel 23 maggio del 1992, 500 kg di tritolo fecero saltare in area un ampio tratto dell’autostrada A29, a poca distanza dallo svincolo per la cittadina siciliana, uccidendo Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Un attentato che segnò la storia del nostro Paese, a cui seguì, 57 giorni dopo, quello di via D’Amelio in cui morirono Paolo Borsellino con i cinque agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Preceduti dall’agguato mortale a Salvo Lima, furono i primi atti del drammatico periodo stragista che Cosa Nostra decise di intraprendere dopo la sentenza definitiva della Cassazione per il Maxi processo di Palermo. Sotto la stele eretta in memoria delle vittime di Capaci, il ministro dell’interno Luciana Lamorgese, questa mattina, ha deposto una corona di fiori. "Il loro è stato un insegnamento fatto di forza e di determinazione, di coraggio nell'affrontare tutte le situazioni difficili e sta avendo risultati. Sconfiggere la mafia non è mai semplice. Anche la scossa che ha avuto la società civile secondo me ha rappresentato un ulteriore passo avanti nella coscienza di tutti noi”, ha dichiarato la numero uno del Viminale.
Il discorso di Mattarella
La cerimonia principale in ricordo delle vittime di Capaci si è svolta al Foro Italico di Palermo, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dei ministri della Giustizia, Marta Cartabia e degli Interni, Luciana Lamorgese. Il capo dello Stato, nel suo discorso ha ricordato le figure di Falcone e Borsellino e il loro coraggio nel combattere Cosa Nostra. "Nel 1992 Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono colpiti perché, con la loro professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia, con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia, attraverso una rigorosa strategia investigativa capace di portarne allo scoperto l'organizzazione. La mafia li temeva per questo: perché avevano dimostrato che essa non era imbattibile e che lo Stato era in grado di sconfiggerla attraverso la forza del diritto”. Il capo dello Stato ha ricordato anche le resistenze che Falcone dovette superare anche all’interno della stessa magistratura: “Le visioni d'avanguardia, lucidamente "profetiche", di Falcone non furono sempre comprese; anzi in taluni casi vennero osteggiate anche da atteggiamenti diffusi nella stessa magistratura, che col tempo, superando errori, ha saputo farne patrimonio comune e valorizzarle. Anche l'ordinamento giudiziario è stato modificato per attribuire un maggior rilievo alle obiettive qualità professionali del magistrato rispetto al criterio della mera anzianità, non idoneo a rispondere alle esigenze dell'Ordine giudiziario”.
"Fateci conoscere la verità"
Le immagini e le riprese di quell’attentato del 23 maggio 1992 sono entrate nella memoria collettiva. Come le parole pronunciate al funerale delle vittime di Capaci dalla moglie di Vito Schifani, Rosa Costa:” Io vi perdono, voi però vi dovete inginocchiare”, disse in lacrime. Oggi è tornata a parlare: "Collaborate, fateci conoscere la verità”, ha dichiarato, rivolgendosi anche a tutti coloro che tradirono la lotta di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contro la Mafia.