30 marzo 2022, ore 08:00
Si stima che in Italia ne soffra un milione di persone
La giornata mondiale del disturbo bipolare è stata ufficialmente annunciata nel corso dell’inaugurazione della sedicesima conferenza della International Society for Bipolar Disorders che si è tenuta nel 2014 a Seul. L’iniziativa è stata promossa anche dalla Asian network of bipolar disorder e dalla International bipolar foundation ma è rivolta a tutte le organizzazioni che nel mondo si occupano di salute mentale, affinché siano organizzati eventi locali per sensibilizzare i media e l’opinione pubblica sui temi dei disturbi bipolari.
Cos'è il disturbo bipolare?
Il disturbo bipolare è una malattia di cui non si sente parlare abbastanza, considerata dall’ Organizzazione mondiale della sanità la sesta causa di disagio sociale del mondo. Rappresenta una patologia molto seria che se non trattata tempestivamente può causare sofferenze e risultare decisamente invalidante, causando problemi sul piano lavorativo, sociale e affettivo. Il paziente bipolare manifesta gravi alterazioni dell’umore, delle emozioni e dei comportamenti, con una durata piuttosto variabile. Le fasi depressive, che possono protrarsi anche mesi, tendono ad avere una durata maggiore rispetto alle fasi maniacali o ipomaniacali. In Italia si stima che un milione di persone ne soffra, e i primi sintomi si manifestano generalmente nell’adolescenza per poi intensificarsi nell’età adulta.
Le varie fasi
La fase depressiva è caratterizzata da umore depresso e/o perdita di interesse verso attività quotidiane fino a quel momento considerate piacevoli, con uno stato emotivo di sconforto prolungato, scoraggiamento, auto svalutazione e senso di colpa. La fase maniacale è caratterizzata invece da un umore decisamente elevato e superiore al normale; in questo caso vi sono eccessiva loquacità, agitazione e iperattività. In questa fase il paziente è sommerso da pensieri molto rapidi e tende a dormire e a mangiare poco. La fase ipomaniacale è caratterizzata invece da un umore espanso o irritabile per almeno 4 giorni.
Il caso di Vincent Van Gogh
Van Gogh è da sempre ritenuto uno dei geni della storia dell’arte. La vita dell’artista è stata tormentata sin dalla giovinezza da uno stato di salute mentale decisamente precario. “La mia testa a volte è insensibile e spesso brucia e i miei pensieri sono confusi”. Così l’artista scriveva tra il 1877 e il 1878 mentre si trovava ad Amsterdam, a testimonianza di un disagio psichico. Van Gogh soffriva infatti di un disturbo bipolare, a seguito di un episodio di autolesionismo, dove il pittore si tagliò un orecchio con un rasoio a cui seguirono due episodi psicotici che gli portarono forti crisi depressive dalle quali non si riprese mai del tutto. Il pittore accettò di farsi ricoverare in una clinica a Saint-Rémy de Provence e proprio lì realizzò uno dei suoi dipinti più famosi, la Notte stellata. A dimostrazione della forza e potenzialità di chi soffre di un disturbo bipolare si celebra il World bipolar day proprio nella giornata della sua nascita, il 30 marzo.