Oggi è la Giornata della Memoria, l'importanza del ricordo e due libri storici per riflettere
27 gennaio 2022, ore 08:00
Il 27 gennaio del 1945, l'Armata Rossa liberò il campo di sterminio di Auschwitz
Il ricordo di un giorno drammatico che ha fatto la storia
Il 27 gennaio del 1945, l'Armata Rossa entrò nel campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia. I soldati russi non si sarebbero mai aspettati di trovarsi davanti tanto orrore. Montagne di cadaveri, sopravvissuti ridotti allo stremo, bimbi denutriti, capannoni pieni di capelli, occhiali, valige, protesi. Testimonianze che ancora sono esposte nel Museo di Auschwitz, in alcune vetrine che rappresentano l'essenza del male. L'elaborazione della scoperta dello sterminio ha richiesto anni a tutte le Nazioni coinvolte e al mondo intero e probabilmente non è ancora conclusa. La Giornata della Memoria è stata istituita in Italia nel 2000. Fondamentale la volontà certamente di ricordare quanto accaduto, ma anche di ascoltare coloro che sono sopravvissuti e che sono sempre più pochi.
La banalità del male
Hannah Arendt, filosofa tedesca naturalizzata statunitense, seguì per la rivista New Yorker il processo per crimini di guerra a carico di Adolf Eichmann, il nazista responsabile di aver realizzato la Soluzione Finale, lo sterminio di milioni di ebrei, omosessuali, oppositori politici, rom e testimoni di Geova. Le udienze si tennero a Gerusalemme dopo che Eichmann fu portato in Israele dall'Argentina con una spettacolare operazione di intelligence. Hannah Arendt scrisse, dopo quell'esperienza, il libro La banalità del male, esponendo una teoria originale sui crimini del nazifascismo. Secondo la filosofa, Eichmann e tutti gli altri responsabili dello sterminio, erano persone terribilmente normali, banali appunto, incapaci di riflettere e pensare a quello che stavano facendo. Ciechi esecutori delle leggi di Hitler, burattini, non intrinsecamente malvagi, ma privi di capacità di giudizio. La banalità del male è un testo immancabile per chi voglia ragionare sul passato.
Comandante ad Auschwitz
Un altro libro fa luce sui nazisti e sui loro crimini. Una lettura imprescindibile, come quella della Arendt. Si tratta di Comandante ad Auschwitz, di Rudolf Hoss, che diresse per due anni la più grande fabbrica di morte voluta da Hitler. Un ufficiale delle SS, che viveva con la famiglia nei pressi del campo. Lo stesso che racconta - sono pagine scioccanti - come decise di introdurre l'uso dello Zyclon B, il gas con cui furono sterminate milioni di persone. Hoss ne provò l'efficacia utilizzando cavie umane e seguendo l'operazione da un vetro sulla porta, senza mostrare un briciolo di umanità per quei prigionieri, considerati numeri e non esseri umani. Racconta poi Hoss di come la moglie gli chiedesse la pelle degli internati tatuati per realizzare dei macabri coprilampada. Orrore che si somma all'orrore. Un libro, scritto durante la prigionia, che divenne uno dei principali capi d'accusa nei confronti dei nazisti.