Oggi è la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze: sono loro le più minacciate da guerre e povertà
Oggi è la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze: sono loro le più minacciate da guerre e povertà Photo Credit: TerredesHommes
11 ottobre 2023, ore 16:31 , agg. alle 11:36
Si celebra come ogni anno, l'11 ottobre, la Giornata dedicata alle bambine e alle ragazze: i dati diffusi dalle organizzazioni non governative sono allarmanti. In presenza di conflitti, sono loro le più esposte a violenze ed emarginazione
A disegnare un quadro allarmante delle condizioni di vita delle bambine e adolescenti costrette a vivere in zone di guerra è l’UNICEF: tra il 2005 e il il 2022, rileva l'agenzia delle Nazioni Unite, almeno 16mila minori hanno subito stupri, matrimoni forzati, sfruttamento sessuale e altre forme di violenza sessuale, commessi dalle parti in conflitto. Il dato è ritenuto fortemente sottostimato a causa dello stigma e dell’emarginazione che accompagnano questi reati e che, così, impediscono le denunce. La quasi totalità di quelle vittime, tra 2016 e 2020, è stata costituita da bambine: il 97%.
Istruzione negata
L’UNICEF ricorda che quasi una ragazza su 5 non ha ancora completato la scuola secondaria inferiore e quasi 4 ragazze su 10 non stanno completando la scuola secondaria superiore, e in alcune regioni i numeri sono ancora più sconfortanti. Eppure, per ogni anno in più di istruzione secondaria che una ragazza riceve, il suo reddito potenziale aumenta di circa il 10-20%. Ciò si traduce in una maggiore produttività economica, in una riduzione dei tassi di povertà e in un miglioramento del benessere generale. Nel mondo le diseguaglianze che subiscono le ragazze e le donne sono invasive, permeano la vita intera e si accentuano nelle zone più povere del Pianeta. Circa il 90% delle ragazze adolescenti e delle giovani donne non usa Internet nei Paesi a basso reddito, mentre i loro coetanei maschi hanno il doppio delle probabilità di essere online. A livello globale, le ragazze di età compresa tra i 5 e i 14 anni trascorrono ogni giorno 160 milioni di ore in più di lavoro domestico e di assistenza non retribuita rispetto ai ragazzi della stessa età. Questa disuguaglianza nella distribuzione del lavoro non retribuito si intensifica nell'adolescenza, con gravi implicazioni per il benessere delle ragazze.
Allarme matrimoni precoci
Anche prima della pandemia da COVID-19, si stimava che nel prossimo decennio 100 milioni di ragazze sarebbero state a rischio di matrimoni precoci. E ora, a causa della pandemia da COVID-19, nei prossimi dieci anni, fino a 10 milioni di ragazze in più in tutto il mondo rischieranno di sposarsi da bambine. Quasi una ragazza su quattro, sposata o convivente, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ha subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner almeno una volta nella vita. Infine le ragazze adolescenti continuano a rappresentare 3 su 4 dei nuovi contagi da HIV tra gli adolescenti.
Il peso delle guerre
Anche il dossier Indifesa 2023, annuale report stilato dall'Ong Terre des Hommes evidenzia come le guerre pesino in modo sproporzionato su bambine e ragazze, rispetto ai loro coetanei maschi, privandole dei loro diritti e violando i loro corpi. Sfruttamento e violenze sessuali, insicurezza, gravidanze precoci, matrimoni forzati e salute negata, malnutrizione, mancanza d’acqua e istruzione inaccessibile, sono alcune delle conseguenze che gravano sulla vita delle giovani nelle zone di guerra: i loro diritti fondamentali scivolano sullo sfondo. Molte di queste conseguenze si ripetono immutate da secoli e, nonostante gli sforzi globali, continuano a ripresentarsi nei conflitti più recenti, dall’Afghanistan all’Etiopia, dall’Ucraina al Sudan. Terre des Hommes ricorda come nell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, 193 Paesi membri delle Nazioni unite nel 2015 avevano fissato un vasto programma d’azione che prevedeva, tra gli obiettivi per la parità di genere, l’eliminazione di ogni discriminazione, di ogni forma di violenza e pratiche nocive, la garanzia di accesso alla salute, alle risorse economiche e alla piena partecipazione economica, sociale e politica. Mancano appena sei anni al 2030 e quegli obiettivi restano molto lontani.