Oggi è la giornata mondiale dell'Educazione. "Imparare per una pace duratura"
24 gennaio 2024, ore 14:30
Questo il tema della sesta edizione. "L'istruzione indica la strada per affrontare l'ondata di conflitti, intolleranza e incitamento all'odio" scrive in un messaggio il Presidente Mattarella
"Imparare per una pace duratura": è questo il tema della sesta Giornata mondiale dell'Educazione, che si celebra ogni 24 gennaio. Una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sottolineare il peso dell'istruzione nel formare il mondo, nel sostenere lo sviluppo, nel promuovere l'uguaglianza e la pace. Un diritto, quello all'istruzione, sancito dall'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Eppure ancora disatteso. Basti pensare che secondo l'Unesco sono 250 milioni i bambini che non vanno a scuola e 763 milioni di adulti sono analfabeti.
MATTARELLA, ISTRUZIONE CONTRO LA VIOLENZA
"All'alba del terzo millennio centinaia di milioni di bambini e adolescenti ancora non hanno l'opportunità di iniziare o completare un percorso scolastico": è quanto ha sottolineato in un messaggio anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, citando alcune tra le cause che ostacolano l'accesso all'istruzione, dalla povertà alle guerra, dai divari sociali ai diritti negati. Fattori su cui la comunità internazionale deve continuare a lavorare, perché è proprio l'istruzione ad indicare la strada "per affrontare l'ondata crescente di conflitti, violenza, intolleranza e incitamento all'odio a cui continuiamo ad assistere".UNESCO, CONTRASTARE L'ODIO, ANCHE ONLINE
Una violenza sempre più generalizzata, anche online, come spesso racconta la cronaca. Un fenomeno su cui si è espresso anche l'Unesco, sottolineando il "ruolo cruciale che gli insegnanti svolgono nel contrastare l’incitamento all’odio, fenomeno cresciuto esponenzialmente con la diffusione dei social media, danneggiando il tessuto delle nostre società". E allora è l'istruzione che offre gli strumenti per riconoscere l'odio e per "sensibilizzare gli studenti di tutte le età sulle sue conseguenze online e offline" e a distinguerlo "dalla libertà di espressione".
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