20 novembre 2024, ore 19:30
I raccolti del 2024-25 in Turchia, Spagna, Grecia e Tunisia renderanno meno caro il costo al litro dell'oro liquido, il nostro prodotto sempre competitivo
Un fondamento della nostra dieta mediterranea, l’olio d’oliva e l’extravergine è prossimo ad un nuovo cambiamento di prezzo, questa volta al ribasso. I consumatori hanno già avvertito i primi segnali tra gli scaffali dei supermercati. Aumenti dei prezzi, ingiustificati, che sono andati al di là di motivi contingenti, come guerre, eventi climatici, epidemie, sono destinati a cessare. Dal 2022 ad oggi c’è stata una speculazione massiccia, con prezzi che definire di “cartello” è riduttivo. Al compratore finale, durante gli anni considerati, il costo dell'olio si è praticamente raddoppiato. Nel 2022, era ancora possibile comprarlo da 5 a 7 euro il chilo/litro,poi l'olio d'oliva è arrivato a costare 11-12 euro. L'EVO poi, in proporzione è salito come l’oro. Ora, secondo gli operatori e gli esperti si volterà pagina. Le previsioni si basano sulle stime del principale produttore oleifero mondiale la spagnola Deoleo, che fra l’altro detiene il marchio “Bertolli”. Il gruppo ha dichiarato che la crisi pluriennale causata dalla siccità, che ha fatto impennare i prezzi dell’“oro liquido”, sta terminando con l’inizio del raccolto favorevole del 2024-25 in Spagna. Ciò suggerisce che i prezzi dell’olio d’oliva nei supermercati dovrebbero diminuire nei prossimi mesi. Anche in altri paesi, grandi produttori, come la Turchia, la Grecia e la Tunisia, i raccolti danno una nuova grande disponibilità.
Le dichiarazioni dei vertici di Deoleo
Miguel Ángel Guzmán, direttore commerciale di Deoleo, ha dichiarato alla CNBC: “Stiamo ancora attraversando una fase di tensione nei prezzi dell’olio d’oliva, soprattutto per gli oli di qualità superiore, come l’extravergine.“Tuttavia, le prospettive sono positive per i prossimi mesi, poiché si prevede che il mercato inizi a stabilizzarsi e che la normalità venga gradualmente ripristinata con l’avanzamento del nuovo raccolto e l’aumento dell’offerta ”, ha affermato Guzmán. E ha aggiunto: “Anche se ci sono stati passi avanti verso il miglioramento, non sarebbe del tutto esatto dire che la crisi è finita”. I prezzi a pronti dell’olio extravergine di oliva spagnolo hanno raggiunto un picco di 8.835 euro a tonnellata a fine gennaio e da allora sono precipitati in un mercato negativo (-43,5%), scendendo a circa 5.145 euro a fine autunno.
"Prezzo dimezzato": sarà vero? E l’Italia ?
Miguel Angel Guzman, sempre alla Cnbc, ha detto: "Se confermate certe condizioni, prevediamo che i prezzi dell'olio scenderanno fino alla metà dei valori record registrati negli ultimi mesi". La raccolta è più abbondante e se il clima resterà stabile (ma ecco che ci si chiede se il disastro di Valencia sia un monito) le condizioni per un calo importante dei prezzi saranno confermate. E l'Italia? Siamo sempre uno dei principali fornitori mondiali di olio d'oliva secondi dopo la Spagna in Europa, e la qualità superiore del nostro prodotto è proverbiale. Stando ai dati Istat (elaborati da Ismea) il valore della produzione italiana supera i 1,9 miliardi di euro. Non è uno scenario perfetto, per le variabili del clima, ma i segnali verso un miglioramento della disponibilità del prodotto ci sono anche da noi. Secondo le stime più recenti, il valore del mercato globale dell'olio d'oliva è stato di circa 13,03 miliardi di dollari nel 2022 con stime di crescita fino a 15,57 miliardi di dollari entro il 2027.