03 dicembre 2024, ore 16:20 , agg. alle 16:42
75 coltellate per il femminicidio avvenuto l'11 novembre del 2023, Filippo Turetta fuggì in Germania, preso confessò il delitto il primo dicembre
La preparazione del delitto
Almeno quattro giorni prima dell'omicidio fa l’elenco di ciò che gli serve: coltelli, nastro per legarla e impedirle di urlare, cartine stradali per la fuga, contanti per evitare di essere rintracciato, sacchi neri. Di fronte all'ennesimo rifiuto di tornare insieme, decide di agire. A Vigonovo (Padova), in un parcheggio a 150 metri da casa Cecchettin, impugna un coltello e inizia a colpire. Costringe l'ex fidanzata a salire in auto dove infierisce ancora, e quando nella zona industriale di Fossò (Venezia) scappa, la raggiunge e la finisce con un altro coltello. La carica in auto e la abbandona a cento chilometri da casa, vicino al lago di Barcis. La copre per celare l'orrore delle coltellate, di cui 25 da difesa a testimoniare che Giulia ha lottato a lungo. La fuga in auto finisce una settimana dopo in Germania. Ad attenderlo in Italia c'è il carcere di Verona dove confessa il primo dicembre 2023, poi c'è il processo.
Ergastolo o no
Il giudice togato Stefano Manduzio che presiede la corte per la morte di Giulia Checchettin,aveva già preannunciato che prima delle 15 non ci sarebbe stata la sentenza, previsione poi allungata a non prima delle 16. Nella sua requisitoria il pm Andrea Petroni ha chiesto l'ergastolo per Filippo Turetta, mentre la difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, ha chiesto di escludere le aggravanti (premeditazione, crudeltà e atti persecutori), di tener conto della giovane età e dall'assenza di precedenti e di non condannarlo al fine pena mai.