Omicidio di Giulia Tramontano: Alessandro Impagnatiello condannato all'ergastolo
25 novembre 2024, ore 13:30
L'imputato impassibile alla lettura della sentenza. I genitori di Giulia, la sorella e il fratello si sono abbracciati e hanno pianto quando è stata pronunciata la condanna all'ergastolo
Passerà il resto dei suoi giorni in carcere Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell'uccisione di Giulia Tramontano, la compagna incinta di 7 mesi. Uccisa con 37 coltellate dirà poi l'autopsia, Impagnatiello tentò di bruciarne il corpo e poi lo nascose in strada avvolto nei sacchi della spazzatura. Lo Corte di Assise di Milano, nella sentenza di primo grado, ha accolto tutte le richieste dell'accusa, tranne l'aggravante dei futili motivi. Impagnatiello rimasto impassibile durante la lettura del verdetto a fianco delle sue legali, è stato condannato dalla Corte a risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della vittima.
LA FAMIGLIA DI GIULIA IN LACRIME
Il momento del giudizio è arrivato, dopo tanto dolore e orrore per quanto accaduto alla loro figlia e sorella sono arrivate le lacrime. Tutti i familiari di Giulia Tramontano si sono abbracciati e hanno pianto dopo la condanna di Alessandro Impagnatiello all'ergastolo, in particolare la madre della 29enne, Loredana Femiano, subito dopo il verdetto è scoppiata in lacrime ed è stata abbracciata dal marito Franco, dalla sorella di Giulia, Chiara, e dal fratello Mario.
LA SENTENZA
I giudici della Corte di Assise di Milano, che hanno condannato Alessandro Impagnatiello all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Tramontano, gli hanno inflitto anche a tre mesi di isolamento diurno. L'imputato è stato giudicato con rito immediato, dalle indagini preliminari si è passati al dibattimento in aula saltando l'udienza preliminare. Impagnatiello era chiamato a rispondere di omicidio aggravato dalla premeditazione, dal legame affettivo, dai futili motivi e dalla crudeltà; era anche accusato di interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. Accuse tutte confermate, salvo l’aggravante dei futili motivi.
FEMMINICIDIO GIULIA CECCHETTIN, RICHIESTO ERGASTOLO PER TURETTA
Il carcere a vita è stato richiesto a Venezia nel processo a carico di Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Secondo l'accusa la sua uccisione è stato l'ultimo atto di controllo esercitato da Turetta. "E' difficile credere a null'altro che a un omicidio premeditato, testimoniato da tutti gli elementi raccolti, non perché forniti da Filippo, ma recuperati attraverso l'attività di indagine dalle memorie dei vari dispositivi elettronici". Lo ha sottolineato il pm Andrea Petroni nel corso della requisitoria del processo a Venezia per l'omicidio di Giulia Cecchettin.
Le due Giulie, accomunate dal nome e dal tragico destino, le loro storie si sono incrociate a distanza, di nuovo, oggi nell'aula di un tribunale. Ed è successo in coincidenza con la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.