Omicidio Martina Scialdone, chiesto l'ergastolo per l'ex compagno che uccise l'avvocata con un colpo di pistola

Omicidio Martina Scialdone, chiesto l'ergastolo per l'ex compagno che uccise l'avvocata con un colpo di pistola

Omicidio Martina Scialdone, chiesto l'ergastolo per l'ex compagno che uccise l'avvocata con un colpo di pistola   Photo Credit: agenziafotogramma.it


17 dicembre 2024, ore 16:00

All'imputato, sono contestati dalla Procura di Roma, l'omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, del legame affettivo oltre al reato di porto abusivo di arma da fuoco

LA RICHIESTA DELLA PROCURA

La Procura di Roma ha avanzato una richiesta di condanna all'ergastolo con l'aggiunta di 18 mesi di isolamento diurno per Costantino Bonaiuti, accusato di aver ucciso la sua ex compagna, l'avvocatessa Martina Scialdone, con un colpo di pistola il 13 gennaio 2023. L'omicidio è avvenuto fuori da un ristorante nel quartiere Appio Latino a Roma, e l'imputato è stato accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal legame affettivo con la vittima, oltre al porto abusivo di arma. Durante la sua requisitoria, il pubblico ministero Barbara Trotta ha ricostruito i momenti che hanno preceduto il delitto, spiegando che l’azione di Bonaiuti era stata scatenata dal rifiuto della donna, che aveva deciso di interrompere la loro relazione e intraprendere una nuova storia sentimentale.

LA DICHIARAZIONE DEL PM

Il pm ha dettagliato quanto accaduto il giorno del delitto, sottolineando che l’uomo aveva agito al culmine di un litigio, una reazione a quanto deciso da Martina, che aveva cominciato a frequentare un altro ragazzo. Il delitto si è verificato sotto gli occhi del fratello di Martina, che era accorso preoccupato per la sorella. La Procura ha evidenziato come Bonaiuti avesse agito con premeditazione, portando con sé un'arma, sapendo già della decisione della donna di porre fine alla relazione. L’imputato avrebbe inoltre monitorato i suoi spostamenti, grazie all’installazione di un dispositivo GPS sul suo cellulare. Inoltre, Bonaiuti è accusato di aver portato illegalmente una pistola semiautomatica Glock, detenuta per scopi sportivi, in un luogo pubblico. Secondo il pm, la relazione tra Martina e Bonaiuti era segnata da conflitti e tensioni, con la vittima che, nonostante volesse rompere definitivamente, non fosse riuscita a farlo in modo netto, accettando così di partecipare all'ultimo incontro con l'uomo. "Martina ha commesso lo stesso errore che molte donne fanno, quello di non riuscire a chiudere definitivamente una relazione, ritrovandosi così in un incontro che le è stato fatale", ha dichiarato il pm davanti alla Corte d'Assise.

LE CONDIZIONI PSICOLOGICHE DI BONAIUTI

Sul piano psicologico, l’avvocato difensore di Bonaiuti, Fabio Taglialatela, ha sottolineato le difficoltà psicologiche e psichiatriche del suo assistito. Secondo la difesa, Bonaiuti era in cura per una depressione, ma la patologia non avrebbe avuto un ruolo diretto nel crimine, in quanto il disturbo era sotto controllo. Il legale ha anche precisato che Bonaiuti aveva avuto sempre un comportamento corretto nei confronti della vittima, evidenziando che non vi erano mai stati precedenti denunce o querela nei suoi confronti.


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