19 febbraio 2024, ore 19:00
A otto anni dalla morte del ricercatore friuliano che, nel 2016, al Cairo venne rapito, torturato e ucciso, si apre il processo contro quattro funzionari dei servizi segreti egiziani
Si aprirà domani davanti alla Prima Corte d'Assise di Roma il processo ai quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Nelle liste testi depositate dalle parti compaiono, tra gli altri, i nomi del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l'ex presidente del consiglio Matteo Renzi, l'ex ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, Marco Minniti ex responsabile della autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, i tre capi dei servizi segreti che si sono succeduti nel tempo, l'allora segretario generale della Farnesina Elisabetta Belloni e l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi.
Processo a lungo atteso
Al processo si è arrivati dopo la decisione del gup Roberto Ranazzi di rinviare a giudizio i quattro egiziani accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco al termine dell'udienza preliminare ripresa dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha sbloccato il processo. I quattro agenti della National Security che andranno a processo sono il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato, e nei confronti di quest'ultimo i pm contestano anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.
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