Omicidio Regeni, tre nuovi testimoni accusano gli 007 egiziani, avrebbero inscenato una rapina finita male
Omicidio Regeni, tre nuovi testimoni accusano gli 007 egiziani, avrebbero inscenato una rapina finita male
14 aprile 2021, ore 18:42 , agg. alle 19:49
I quattro agenti dei servizi segreti avrebbero rapito, seviziato e ucciso il ricercatore italiano
La svolta nelle testimonianze
Ci sono novità nelle indagini per l'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato e ucciso al Cairo, In Egitto. Sono diventati otto i testimoni che accusano apertamente quattro uomini dei servizi segreti egiziani di essere gli autori materiali del sequestro, delle sevizie e della morte dello studente italiano. Tre persone tra quelle che hanno testimoniato hanno fornito una particolare ricostruzione dei fatti, che può essere considerata una svolta. Hanno detto che i servizi segreti del Cairo avevano pianificato i depistaggi già nelle ore successive alla morte di Giulio Regeni, di cui erano a conoscenza già il 2 febbraio del 2016, 24 ore prima del ritrovamento del corpo ai bordi di una strada. Gli 007 si sarebbero accordati per inscenare una rapina finita nel sangue.
Un nuovo atto nelle indagini
I verbali che contengono le nuove testimonianze sono stati depositati oggi dalla Procura di Roma in vista dell'udienza preliminare, fissata per il 29 aprile, del procedimento giudiziario a carico del generale Tariq Sabir e di Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif in cui dovrà essere esaminata la richiesta di processo. Nei confronti degli 007, il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco, contestano reati, a seconda delle posizioni, di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Quando il percorso delle indagini è giunto a conclusione, almeno dieci persone si sono presentate agli inquirenti affermando di avere notizie sul caso Regeni. Solo tre sono state ritenute attendibili. Uno dei testimoni, in particolare, ha raccontato che gli 007 sapevano della morte di Regeni già il 2 febbraio del 2016. L'uomo ha anche detto di essere diventato amico di Mohammed Abdallah, il capo del sindacato indipendente degli ambulanti del Cairo, che ha denunciato il ricercatore italiano ai servizi egiziani. Il torturatore di Regeni sarebbe il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Fu lui, insieme ad altri, a portare avanti per almeno nove giorni le sevizie avvenute in una villetta in uso ai servizi segreti. Torture durate giorni che causarono a Regeni "acute sofferenze fisiche" messe in atto anche attraverso oggetti roventi, calci, pugni, lame e bastoni. "L'ho visto li dentro - ha raccontato il testimone - con ufficiali e agenti. C'erano catene di ferro con cui legavano le persone, lui era mezzo nudo e aveva sul torace segni di tortura e parlava in italiano. Delirava, era molto magro. Era sdraiato a terra con il viso riverso, ammanettato".