04 luglio 2022, ore 12:00
Oggi potrebbe arrivare la decisione sul rinvio a giudizio dei tre; nuovi drammatici particolari emergono dal racconto fatto dal fidanzato di una delle due figlie di Laura Ziliani a un compagno di cella e intercettato dagli investigatori
Sono arrivati in tribunale a Brescia per l'udienza preliminare davanti al gup Gaia Sorrentino i tre accusati dell'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di 52 anni uccisa l'otto maggio di un anno fa a Temù, paese dell'Alta Valle Camonica. Mirto Milani, trasferito dal carcere di Canton Mombello, è accusato dell'omicidio della donna, insieme a due delle sue tre figlie: Paola e Silvia Zani, anche loro in aula, sono state portate dall'istituto di Verziano, dove condividono la cella dallo scorso 24 settembre. Durante l'udienza dello scorso 27 giugno, poi aggiornata a oggi, erano state affrontate questioni preliminari relative alla costituzione di parte civile dei fratelli, della mamma e dell'altra figlia della vittima. Oggi potrebbe arrivare la decisione sul rinvio a giudizio dei tre. Il processo potrebbe iniziare a fine ottobre, davanti alla prima sezione penale della corte d'Assise di Brescia.
Le ultime ore di Laura, l'atroce piano di Mirto e le sorelle Zani
E' stata la ricostruzione che Mirto Milani, 28enne - accusato insieme alle sorelle Silvia e Paola Zani dell'omicidio di Laura Ziliani - avrebbe fatto, nei dettagli, dell'atroce delitto e del successivo occultamento del cadavere della 55enne di Temù durante la detenzione a Canton Mombello a sbloccare le indagini sulle responsabilità della morte dell'ex vigilessa. Dopo aver conquistato la fiducia del giovane, il compagno di cella - un 50enne accusato di reati fiscali - sarebbe riuscito a metterlo alle strette, facendosi raccontare nei particolari quanto accaduto l'8 maggio del 2021, giorno della scomparsa di Laura Ziliani. Parole intercettate dalle cimici messe nella cella dagli inquirenti e che poi hanno portato - poche settimane fa - alla confessione del 28enne bergamasco.
Le ultime ore di Laura
Laura Ziliani, la notte dell'8 maggio di un anno fa, è morta soffocata. Al suo arrivo a casa il trio criminale le offre i muffin preparati con il benzodiazepine: l'ex vigilessa ne mangia uno ma non crolla come previsto nei primi 10 minuti. Dopo poco va a letto. A questo punto Mirto si allontana dalla casa, come era solito fare per la notte quando di solito arrivava la suocera. Pochi minuti dopo però era già in casa e i tre restano in attesa: l'ex vigilessa a un certo punto, ormai sotto effetto del benzodiazepine si alza e raggiunge il frigorifero per prendere forse da bere. È in questo momento che scatta la rabbia del trio criminale: Silvia piomba da dietro sulla madre ormai inerme. Le mette le mani al collo, arriva anche l'altra figlia Paola a darle manforte. Ma la Ziliani non è ancora morta: Mirto tenta di stringerle un sacchetto di plastica intorno alla testa. Anche in questo caso, con scarso successo. "Mirto Milani mi ha detto che c’è il dubbio che sia stata seppellita viva nella buca scavata a fianco del fiume Oglio, senza che loro ne fossero certi. Laura aveva convulsioni lunghe", ha raccontato poi il compagno di cella di Mirto agli inquirenti.