Omofobia. Mattarella, rispetto e uguaglianza non derogabili

Omofobia. Mattarella, rispetto e uguaglianza non derogabili

Omofobia. Mattarella, rispetto e uguaglianza non derogabili


Nel mondo sono ancora 70 i Paesi in cui l'omosessualità è considerata un crimine e in 11 per questo “reato” è prevista la pena di morte

In occasione della giornata internazionale contro l'omofobia suona forte il richiamo del presidente della Repubblica Sergio MattarellaOccorre educare a una cultura della non discriminazione, per costruire una comunità che metta al bando ogni forma di prevaricazione radicata nel rifiuto delle differenze”. Ci sono valori, sottolinea il capo dello Stato, che troviamo nella nostra Costituzione, sanciti dagli ordinamenti internazionali che abbiamo fatto nostri e che non sono derogabili “Il rispetto dei diritti di ogni persona, l'uguaglianza fra tutti i cittadini”. Qual è l'impegno italiano nel mondo per la tutela dei diritti delle persone LGBTIQ+?

PETRI, UN CRIMINE IN 70 PAESI, IN 11 PENA MORTE

E’ l'Inviato Speciale della Farnesina per i Diritti umani delle persone Lgbt+ nel mondo, Fabrizio Petri, a snocciolare i numeri ma anche a sottolineare che la stessa decisione dell’Italia di nominare un Inviato speciale è un atto di leadership importante che dimostra l'impegno del Paese su questo tema. Sono solo 4 le Nazioni che hanno un inviato speciale per i diritti della comunità Lgbt+; oltre all'Italia, gli Usa, la Gran Bretagna e ultima in ordine di tempo l'Argentina. ''Nel mondo sono ancora 70 i Paesi in cui l'omosessualità è considerata un crimine e in 11 per questo reato è prevista la pena di morte, una situazione inaccettabile che necessita dell'impegno di tutti perchè venga eliminata''. Quello che c'è da fare è un lavoro complesso che necessita di una strategia globale - ha aggiunto Petri - e a questo scopo l'Italia ha previsto finanziamenti ad hoc per programmi bilaterali ma anche sostegno per i Paesi che hanno avviato percorsi positivi per l'affermazione die diritti delle persone Lgbt+.

MA L’ITALIA E’ ANCORA SENZA UNA LEGGE

Il ddl Zan è stato definitivamente affossato dal Senato. Il disegno di legge contro l’omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo già approvato alla Camera ha terminato la sua corsa, lo scorso ottobre, con un voto sulla “tagliola”, una procedura in base alla quale i senatori possono chiedere di non procedere con l’esame degli articoli di un ddl, facendo ricominciare l’iter da capo. La “tagliola”, proposta dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e da quello di Fratelli d’Italia Luca Ciriani, è stata approvata con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti.

ZAN CI RIPROVA

"In questi ultimi 10 mesi di legislatura, superato l'embargo dei 6 mesi al ddl Zan, c'è la possibilità di approvare un testo efficace e schiodare l'Italia dalle ultime posizioni: ora spetta al Senato sanare la brutta ferita aperta il 27 ottobre scorso da quel voto e da quel vergognoso applauso". Lo scrive in una nota Alessandro Zan, l’esponente del Pd, questa mattina ospite di Non Stop News su RTL 102.5, ha sottolineato che proprio il fatto che una legge che contrasti i crimini d’odio non c’è, molte persone non denunciano “I dati sono sottostimati rispetto alla reale portata del fenomeno”.

LETTA, AVANTI ANCHE SE STRAPPIAMO CON LA DESTRA

Avanti tutta dal segretario del Pd Enrico Letta "Noi dobbiamo essere quelli che spingono il cambiamento, anche a costo di strappare, non fermiamoci con l'idea che per forza dobbiamo portarci tutti dietro, perchè con la destra che ci troviamo su alcuni cambiamenti non saremo in grado di adeguare il nostro Paese a quella società inclusiva che in Europa esiste più che in Italia. Questo vale non solo per i temi dell'omofobia, biofobia e la transfobia, ma anche per quelli dell'integrazione, dell'accoglienza" ha detto Letta alla direzione del partito.


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