28 febbraio 2024, ore 15:39 , agg. alle 15:58
Il centrosinistra rilancia sul salario minimo e sul reddito di cittadinanza, Conte: “Il governo sbandiera numeri, ma nel dettaglio le ore lavorate diminuiscono sempre più e questo ci porta a criticità che il dato della crescita dell'occupazione maschera”
In Italia si è sottopagati, la qualità del lavoro " molto scarsa", c'è sempre più lavoro precario. "Il governo sbandiera numeri, ma nel dettaglio le ore lavorate diminuiscono sempre più e questo ci porta a criticità che il dato della crescita dell'occupazione maschera". Il leader M5S, Giuseppe Conte, inizia così a tracciare le conclusioni di un confronto organizzato al Senato dalla senatrice pentastellata Elisa Pirro su 'Lavoro povera e sostegno alla povertà. Legge sul salario minimo e reddito di cittadinanza'.
Il precariato
"Il precariato è sempre più diffuso peraltro stimolato dal decreto Primo maggio, che noi definiamo decreto precarietà, quindi il nostro mercato è di scarsa qualità, sottopagato, precario, stagionale. Cosa fare? E' una priorità per il nostro Paese e noi come classe politica non lavoriamo tutti per lavorare per la qualità del lavoro che non sia sottopagato. Le forze di maggioranza sono rimaste sorde al tema del lavoro sottopagato", sottolinea. Il vicepresidente M5s Mario Turco aveva aperto il dibattito proprio sottolineando che quello del lavoro è "un tema di grande complessità ma anche di grande trascuratezza da parte del governo", mentre i dati Ocse, aveva ricordato, "dicono che i salari in Italia sono diminuiti del 6,7%. Il M5s aveva introdotto proposte e misure, dal Reddito di cittadinanza al salario minimo, e occorre anche rivedere il modello di redistribuzione di valore all'interno delle imprese".
Il rdc
L'assegno di inclusione, che ha sostituito il reddito di cittadinanza, ricorda l'ex presidente Inps Pasquale Tridico, "è categoriale e non esaurisce la fascia di povertà. Se i salari non crescono è anche colpa del fatto che il mercato è troppo frammentato. Il reddito ha funzionato come ammortizzatore sociale, espandendosi quando le cose vanno male e ritraendosi quando vanno bene. Ora a rischio povertà, cioè sotto la soglia dei 1.200 euro netti al mese, 9 euro l'ora, ci sono 4,2 mln di italiani secondo dati Inps, anche gli agricoltori (28,3%) ma soprattutto servizi di ristorazione e alloggio (43,9%) e servizi alle imprese (47,6%). E sotto soglia ci sono soprattutto giovani e donne, i maggiori beneficiari del salario minimo". Nessun boom di occupazione nel 2024, inoltre, a suo giudizio, "perché i cassintegrati sono considerati occupati", e il picco di occupazione è stato nel 2007 "se si considerano le ore lavorate. "L'economia italiana è sempre più 'da bar' perché disinvestiamo nel manifatturiero, unico settore che fa crescere produttività e occupazione, insieme con i servizi ad alto profilo tecnologico, per investire in servizi al turismo. Economia che non cresce, sfrutta lavoro, sfrutta salari bassi. Non è questo il lavoro che un paese come il nostro deve perseguire", conclude. "Tridico è una bussola per tutti noi - sottolinea il deputato dem Arturo Scotto - serve un lavoro comune per la lotta alla precarietà. L'Italia è un paese strano dove si lavora di più con orari di lavoro elevati e bassa produttività. Dobbiamo provare a sfidare insieme il governo perché si istituisca un fondo o si trovino risorse in altri fondi per introdurre l'incentivazione per l'orario ridotto".
Il quadro
"Il quadro preoccupante - ribadisce Pirro - fa ridere l'obiezione che l'introduzione si una soglia minima appiattirebbe verso il basso i salari, cosa che non è accaduta nei paesi in cui esiste salario minimo". Per il senatore Tito Magni (Avs), "il fatto che l'opposizione si sia ritrovata unita sulla proposta di salario minimo ha rimesso al centro il lavoro, tema trascurato dalla politica negli ultimi anni. Vuol dire rimettere al centro come e cosa produrre in un Paese in cui il manifatturiero che era forte viene meno. Il problema è rafforzare e discutere di politica industriale, cosa di cui questo governo non ha intenzione così come non ha politiche industriali". "Il salario minimo è diventato politicamente sostenibile perché la gente lo comprende - osserva - abbiamo costruito una relazione con il mondo reale. La destra ha cercato di mandare in soffitta la questione, ma non può farlo perché abbiamo costruito una condizione in cui la gente si riconosce". "Dovremmo ripartire a fare un ragionamento sulle politiche industriali di questo Paese - gli fa eco la senatrice Pd Susanna Camusso - sono scomparse. Ci si è continuati a muoversi sul versante finanziario che produce ricchezza per privati e non per il Paese. La contro-campagna della destra sul salario minimo è quella della paura, 'le imprese non ce la faranno', 'appiattirebbe gli altri', ma basterebbe guardare i paesi intorno a noi che ci dicono che non hanno perso posti lavoro, gli imprenditori non sono diventati poveri e non ha indebolito la contrattazione invece ampiamente abolita dai provvedimenti del governo". "Il salario minimo ha sfondato il muro delle aule parlamentari perché parlava di una condizione sempre più diffusa. Siamo riusciti a rompere il racconto destra che se sei povero è colpa tua. La domanda da porci è qual è il tema che può permettere a una platea così diversificata come è quella ora dei lavori di unirsi per fare una battaglia insieme", conclude.