03 ottobre 2024, ore 15:15 , agg. alle 15:28
Continua lo scontro con il partito di Italia viva. Dall’Alleanza Verdi e Sinistra i leader Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni incalzano la Segretaria Dem Elly Schlein: “Devi assolutamente prendere posizione, l'alt a Matteo Renzi è una questione politica"
Da un lato nelle ore successive alla certificazione "il campo largo non esiste più", per Giuseppe Conte il tempo è scandito da una fitta sequela di riunione con i suoi, parlamentari e dirigenti di primo piano del Movimento 5 Stelle. Dall’altro lato ci sono amarezza e stizza in casa Pd dopo lo strappo appunto di Giuseppe Conte.
M5S
Riunioni l'ex premier le tiene a cadenza regolare, ma adesso hanno avuto all'ordine del giorno anche la 'scossa' data al centrosinistra. E Conte ne ha ricavato, riferisce chi era presente alle riunioni, una "totale compattezza" del ceto dirigente M5s. D'altra parte il leader del Movimento non poteva aspettarsi nulla di diverso: l'abbraccio con il renzismo è visto da sempre come lo 'spettro' da evitare, tanto dal gruppo dirigente quanto dalla base del movimento che ha avuto modo di esprimersi sul punto durante la prima fase della Costituente. "Sì con il Pd, mai con Renzi", è la sintesi delle posizioni ricavabile dalla lettura dei contributi lasciati sulla piattaforma online messa a disposizione da M5s. E se Italia Viva fa sapere che il suo simbolo sarà presente sulla scheda elettorale in Emilia Romagna accanto al nome di de Pascale, la coalizione che sostiene il sindaco di Ravenna nella corsa alla Regione torna in bilico. Dal M5s sottolineano che l'eco delle parole di Giuseppe Conte sulla fine del campo largo non cambiano i termini dell'accordo nella Regione. Che, si sottolinea, escludevano per il centrosinistra il sostegno di Italia Viva, e del suo simbolo, a De Pascale. Ora, dopo che i renziani hanno annunciato che saranno presenti sulla scheda, la passa torna al candidato, rimarcano ancora dal Movimento. "Esiste una politica anche senza Renzi", sottolinea il capogruppo M5s alla Camera, Francesco Silvestri.
Il PD
E se in diretta tv il presidente pentastellato ha certificato la fine del campo largo, alzando il veto su Italia Viva alle Regionali e chiamando in causa la postura della stessa segretaria dem, da Elly Schlein, però, non è arrivato nessun contrattacco. La leader rilancia sui temi e tiene il punto: nessuna polemica. Dalle parti del Nazareno, la linea è chiara: "siamo determinati a vincere in tutte e tre le Regioni al voto e a battere Giorgia Meloni". E dal partito monta il coro di voci critiche, che si scagliano contro il nuovo scossone di Conte alla coalizione di centrosinistra. A partire dal presidente dem Stefano Bonaccini, che definisce "inaccettabili" i veti del leder 5 Stelle. Da più parti, la posizione espressa dall'ex premier viene giudicata "incomprensibile". E Debora Serracchiani avverte: "noi rispettiamo le scelte delle nostre federazioni territoriali, chissà che il presidente Conte non capisca che decidere da Roma le cose non sempre porta bene". Intervento non casuale quello della responsabile segreteria del Pd, che lascia intendere come la partita debba giocarsi al livello territoriale. Nessun intenzione, insomma, di entrare nelle dispute regionali. "In Emilia-Romagna Michele de Pascale sta facendo un lavoro ormai da mesi di tessitura e c'è già un accordo", incalza. La Regione 'rossa' è proprio quella dove la coalizione è più a rischio. Ormai non lo esclude più nessuno.
Italia Viva
Da una parte Iv non molla sul simbolo, dall'altra il M5s rinnova l'aut aut. "Il simbolo di Italia Viva sarà sulla scheda elettorale al fianco di De Pascale, non accettiamo veti", dice la coordinatrice nazionale di Iv Raffaella Paita. Secca la replica da Campo Marzio: "la conditio sine qua non per una nostra presenza, è che Iv e il suo simbolo non siano in coalizione, come già definito dagli accordi iniziali". Scintille che si riverberano anche in Umbria. Dove, però, con una lista civica che raggruppa i centristi, non dovrebbero verificarsi smottamenti. Almeno per ora. Sulla tenuta delle intese nei territori, provano a costruire un ponte Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs. "Alle Regionali siamo per rispettare l'intesa programmatica e stare nell'alleanza di centrosinistra, speriamo che anche il M5s faccia altrettanto", dicono. Il discorso cambia, però, se dalle regioni si passa alla disputa tra leader giocata a Roma. Qui Conte convoca lo stato maggiore del M5s per ribadire che la contrarietà alla presenza di Renzi in coalizione "non è personalismo, ma una questione politica dirimente e seria, grave che si riduca tutto ciò a una polemicuccia". Posizione considerata "legittima" da Avs. "Il Pd deve prendere posizione, il veto di Conte su Renzi è una questione politica", incalzano Bonelli e Fratoianni. "Siamo incompatibili con il leader Iv, e il silenzio di Schlein è complice", commenta un big 5s in Transatlantico. Dai capannelli dei deputati dem a palazzo Montecitorio, arriva la replica avvelenata: "se vogliono essere conseguenti, i 5s escano da tutte le giunte dove governano con Iv". La segretaria dem, intanto, non rompe il silenzio. E preferisce parlare con il suo impegno sui temi. Convoca la segreteria sul Medio Oriente, e ribadisce l'esigenza di un "cessate il fuoco immediato". Poi parte la girandola di incontri con le associazioni, dal Forum del Terzo settore a Confindustria, passando per le associazioni datoriali. "Così costruiamo l'alternativa nel centrosinistra", commentano fonti Pd.