Oscar Farinetti a RTL 102.5: “Molti giovani si sentono sfruttati e hanno ragione, bisogna introdurre lo stipendio di 1.500€ netti al mese per il primo lavoro”
Oscar Farinetti a RTL 102.5: “Molti giovani si sentono sfruttati e hanno ragione, bisogna introdurre lo stipendio di 1.500€ netti al mese per il primo lavoro”
04 luglio 2023, ore 11:30
E ai ragazzi: “Andate all’estero, solo da lì possiamo apprezzare le potenzialità del nostro paese”
L’imprenditore Oscar Farinetti, è stato ospite di Non Stop News, su RTL 102.5, in compagnia di Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, per presentare il suo nuovo libro “È nata prima la gallina... forse. 52+3 storie sull'ottimismo per una bella estate” e per parlare di imprenditoria, visione, economia e futuro.
GIOVANI E LAVORO, FARINETTI: “I RAGAZZI VADANO ALL’ESTERO, QUI BISOGNA INTRODURRE LO STIPENDIO DI ALMENO 1500 EURO AL MESE NETTI PER IL PRIMO LAVORO, MOLTI HANNO RAGIONE A DIRSI SFRUTTATI”
“Frequento spesso le università, non tanto per dare consigli, ma anche per parlare con gli studenti, imparare e capire. Sono estremamente ottimista riguardo alla Generazione Zeta, li vedo molto promettenti. Mi colpisce la loro sensibilità verso le problematiche ambientali e noto il desiderio di fare bene. Ritengo che i giovani che vogliono andare all'estero abbiano ragione, un periodo trascorso all'estero può essere molto benefico. È solo dall'estero che possiamo apprezzare appieno le potenzialità del nostro paese. È come quando si appende un quadro al muro e ci si allontana per vedere se è ben posizionato. L'Italia si trova benissimo nella stanza del mondo. Sarebbe positivo se i nostri giovani trascorressero un po' di tempo all'estero e poi sentissero il desiderio di tornare. Questo desiderio si sviluppa perché le radici sono importanti, e poi la questione sta nel trovare opportunità di lavoro. I contratti di 900 euro per 40 ore settimanali sono illegali. Sono fermamente favorevole a uno stipendio di 1500 euro al mese netti per il primo lavoro. Questa è la mossa essenziale per far riacquistare loro la voglia di lavorare, offrendo una retribuzione dignitosa. Noi imprenditori possiamo fare la nostra parte. Nel 2022 abbiamo superato il tetto dei 600 miliardi di esportazioni, di cui 61 miliardi provengono dall'agroalimentare. L'Italia ha dimostrato di avere eccellenti imprenditori e lavoratori. Abbiamo un problema politico da affrontare e dobbiamo agire a livello centrale. Una delle soluzioni è introdurre uno stipendio minimo, agendo sul carico fiscale, e ci sono grandi opportunità per reperire risorse, come limitare le pensioni a 5000 euro. Le pensioni servono per garantire un buon tenore di vita, non per arricchirsi. In linea di principio, i giovani non hanno tutti i torti a sentirsi sfruttati, poi dobbiamo distinguere caso per caso. Però ci sono imprenditori che hanno difficoltà a far quadrare i loro bilanci. Dobbiamo stabilire una regola di base: un giovane che lavora dovrebbe percepire almeno 1500 euro al mese al primo impiego. Molti hanno ragione a dire che sono sfruttati. 1500 euro è una cifra abbastanza interessante che stimola il desiderio di lavorare. Altrimenti, se continuiamo con il reddito di cittadinanza, non otterremo nulla. Dobbiamo riacquistare la voglia di lavorare e il primo passo è offrire una retribuzione dignitosa”, dichiara Oscar Farinetti a Non Stop News.
FARINETTI: “GLI ITALIANI NON SONO OTTIMISTI”
“Gli italiani non sono un popolo ottimista. Uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere questo libro è stato il risultato di un sondaggio condotto nel 2019, in cui l'Italia si è classificata all'ultimo posto su 130 nazioni in termini di indice di felicità e ottimismo. Quando ho scoperto questo dato, sono rimasto incredulo: il popolo che ha avuto la fortuna di nascere nel più bel paese del mondo è il più triste, perché essere pessimisti e sfiduciati vuol dire essere tristi. Mi ha sorpreso scoprire che al terzo posto si trovava il Bangladesh. Mi sono chiesto cosa avesse il Bangladesh in più rispetto a noi, cercando di capire. Forse perché il Bangladesh sta vivendo una fase di crescita e miglioramento simile a quella che l'Italia ha vissuto negli anni '60. Quindi ho deciso di scrivere un libro sull'ottimismo, ma invece di realizzare un saggio, ho deciso di comporre 52 racconti brevi che spiegano le storie di persone che hanno dimostrato ottimismo e ce l’hanno fatta. In questo modo, ho voluto mettere a confronto le storie di individui storicamente ottimisti”, racconta Oscar Farinetti presentando il suo nuovo libro. “In generale, in Italia, c’è una nota insoddisfazione e una propensione alla lamentela forte. Le faccio un esempio: la scorsa settimana sono stato a Isernia, un bellissimo paese in Molise, per presentare il mio libro. Nonostante la sua bellezza, ho notato che i molisani si lamentano perché hanno pochi turisti. La settimana successiva, invece, e molti si lamentavano perché invece hanno troppi turisti. Insomma c'è una tendenza generale a lamentarsi. Questo non va bene, perché non ci rendiamo conto delle potenzialità e della bellezza del nostro paese, della voglia di fare e di crescere che ci sono. C’è un problema di sentimenti, c’è scarsa fiducia quando si parla di futuro e c’è poca voglia di intraprendere”, continua l’imprenditore a RTL 102.5.
OSCAR FARINETTI: “DOBBIAMO COLTIVARE IL DUBBIO”
“Sono fortunato ad essere nato nel paese più bello del mondo. Un'altra cosa di cui sono certo è la mia famiglia, posso sempre contare su di loro in qualsiasi momento. Ho certezze anche riguardo ai sentimenti; dobbiamo riscoprire il senso della vergogna, della fiducia e del coraggio. Personalmente, coltivo molto il dubbio e non sono mai sicuro che ciò che faccio sia la cosa giusta. Continuo a interrogarmi su di esso. Nel nostro Paese, ci troviamo di fronte a un altro problema che contribuisce all'insoddisfazione generale: siamo il terzo paese in Europa per PIL, quindi per ricchezza, ma siamo solo al ventitreesimo posto per il tasso di lettura. Siamo un paese in cui si legge poco. Ma a cosa serve leggere? Serve a nutrire il dubbio. Si riconoscono subito coloro che non leggono, gli ignoranti, sono quelli che pensano di sapere tutto e sono sempre certi delle loro idee. Poiché hanno solo un unico punto di vista, immaginano che ciò che pensano sia l'unico giusto. Il dubbio, invece, va coltivato”, afferma Oscar Farinetti a RTL 102.5.