Pandora Papers, la maxi inchiesta giornalistica ha svelato i tesori segreti di capi di stato, miliardari e vip di tutto il mondo
04 ottobre 2021, ore 10:38 , agg. alle 11:22
L'indagine ha coinvolto 600 giornalisti di tutto il mondo e 150 testate internazionali, in Italia l'Espresso. Passati al setaccio quasi 12 milioni di file. Tra le persone coinvolte il Re di Giordania, l'ex premier inglese Tony Blair, Julio Iglesias, Shakira e Claudia Schiffer
I numeri dell’inchiesta sono impressionanti: 11,9 milioni di file riservati passati al setaccio, 600 giornalisti di 150 testate di tutto il Pianeta impegnati e migliaia di persone coinvolte, tra capi di stato, miliardari e vip del mondo dello spettacolo e dello sport. Si va dal Re di Giordania fino all’ex premier inglese Tony Blair, dagli stretti collaboratori del presidente russo Putin al primo ministro ceco Andrej Babis, da Julio Iglesias a Claudia Schiffer. L’indagine prende il nome di Pandora Papers e rischia di travolgere numerose personalità che avrebbero nascosto i loro patrimoni in paradisi fiscali. Un lavoro immane delI’International Consortium of Investigative Journalists, il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, durato ben due anni e che è stato in parte già svelato ieri, in Italia dal settimanale l’Espresso.
" Coinvolti 35 capi di stato e 300 politici"
Secondo l’Icjs, si tratta della “più grande inchiesta collettiva nella storia del giornalismo”. Ha svelato i nomi di chi si nasconde dietro oltre 29.000 beneficiari di entità societarie in paradisi fiscali come Svizzera, Singapore, le Isole Vergini Britanniche, Belize e Cipro. "Cinque anni dopo i Panama Papers - si legge nell'anticipazione de L'Espresso- una nuova inchiesta giornalistica internazionale ancora più ampia svela le ricchezze nascoste nei paradisi fiscali da migliaia di potenti di tutto il mondo. Ci sono 35 capi di Stato o di governo. Più di 300 politici di oltre novanta nazioni: ministri, leader di partito, parlamentari. Insieme a generali, capi dei servizi segreti, manager pubblici e privati, banchieri, industriali". Tutti clienti di 14 studi professionali specializzati nella creazione di "offshore".
I casi
Tra i casi più eclatanti quello del Re di Giordania Abdullah che avrebbe usato società fantasma per acquistare per oltre 100 milioni di dollari proprieta' di lusso a Malibu, in California, a Londra e a Washington. Nell’inchiesta compare anche il nome del premier populista ceco, Andrej Babis, che sarebbe dietro l’acquisizione da 22 milioni di dollari di un castello in Francia, non lontano da Cannes . In Africa i riflettori si sono accesi sul presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta: secondo Icij, con i suoi familiari, avrebbe creato almeno sette società offshore per gestire un patrimonio da 30 milioni di dollari. In Inghilterra, l’ex premier britannico Tony Blair e la moglie Cheire, invece, avrebbero risparmiato migliaia di sterline in tasse dopo aver comprato uno stabile a Londra, intestato a una società di comodo.Tra le carte del Pandora Papers solo indirettamente compare il nome del presidente russo Vladimir Putin. Si passano al setaccio i conti di suoi stretti collaboratori ma anche di una sua presunta amante. Si tratta di Svetlana Krivonogikh, con la quale Putin avrebbe avuto una relazione e pare anche una figlia . A lei sarebbe riconducibile la proprietà di un lussuoso appartamento a Monaco e intestato a una società di comodo
In Italia il boss della Camorra Raffaele Amato
Tra i nomi italiani presi in esame dall’inchiesta internazionale c’è anche quello del boss della camorra, Raffaele Amato, noto come “O Lello”, arrestato nel 2005 e la cui vicenda personale ha ispirato il film Gomorra. Secondo il Miami Herald, tramite una societa' di comodo, registrata in Gran Bretagna e usata per acquistare proprieta' in Spagna poco prima di fuggire dall'Italia.
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