Papa Bergoglio in Lussemburgo: appello alla pace attraverso la ricerca di compromessi

Papa Bergoglio in Lussemburgo: appello alla pace attraverso la ricerca di compromessi

Papa Bergoglio in Lussemburgo: appello alla pace attraverso la ricerca di compromessi Photo Credit: agenzia fotogramma


Il Papa è arrivato in Lussemburgo per il suo nuovo viaggio apostolico. Nel suo discorso ha affrontato tanti temi: dall’Ucraina alla questione natalità

Il Papa è arrivato in Lussemburgo, e proprio nel cuore dell’Europa ha fatto appello all’istituzione europee perché si impegnino nelle trattative diplomatiche per porre fine alla guerra: «Vi è infatti un bisogno impellente che quanti sono investiti di autorità si impegnino con costanza e pazienza in oneste trattative in vista della soluzione dei contrasti, con l’animo disposto a individuare onorevoli compromessi, che nulla pregiudicano e che invece possono costruire per tutti sicurezza e pace».

LA STORIA

E ha continuato sostenendo che solo i compromessi potranno evitare “inutili stragi”. L’espressione è la stessa che utilizzò Benedetto XV nel 1917 per chiedere di porre fine alla Prima Guerra mondiale. L’Unione nata dopo la sconfitta del nazismo e del fascismo nacque proprio per « lasciarsi alle spalle le divisioni, i contrasti e le guerre, causate da nazionalismi esasperati e da ideologie perniciose". Ma al giorno d’oggi sembra una lezione dimenticata “purtroppo, si deve constatare il riemergere, anche nel continente europeo, di fratture e di inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte. Sembra proprio che il cuore umano non sappia sempre custodire la memoria e che periodicamente si smarrisca e torni a percorrere le tragiche vie della guerra”

I VALORI IMPAZZITI

“E’ molto triste che oggi l’investimento che dà più reddito sia la fabbrica delle armi» ha condannato il Santo Padre: “Occorre che il vivere quotidiano dei popoli e dei loro governanti sia animato da alti e profondi valori spirituali, che impediscano l’impazzimento della ragione e l’irresponsabile ritorno a compiere i medesimi errori dei tempi passati, aggravati per giunta dalla maggiore potenza tecnica di cui l’essere umano ora si avvale”. Una contorsione che “fa ammalare gravemente le nazioni e rischia di gettarle in avventure dai costi umani immensi».

GLI ACCIACCHI

Francesco ha scelto di fare questo viaggio nonostante i tanti problemi di salute. Lunedì aveva dovuto rinunciare alle udienze settimanali a causa di un leggero acciacco e per preservarsi al fine di poter affrontare questo viaggio, meno impegnativo di quello in Estremo Oriente, ma altrettanto importante per Bergoglio, che non si stanca di provare a scuotere le coscienze dell’uomo e delle istituzioni. Le cronache raccontano di un’accoglienza ben diversa da quella che gli era stata riservata a Timor Est, dove a migliaia si erano riversate in strada per acclamare il Papa. In Lussemburgo una certa freddezza ha circondato l'arrivo in città. Ma non si scoraggia Francesco, anzi rilancia l’importanza di essere nel piccolo Granducato “come Successore dell’Apostolo Pietro, a nome della Chiesa, esperta di umanità, sono inviato anche qui a testimoniare che questa linfa vitale, questa forza sempre nuova di rinnovamento personale e sociale è il Vangelo”. E ricorda che si trova in uno dei Paesi più piccoli d’Europa, ma anche il più ricco ed esorta: “la ricchezza, non dimentichiamolo, è una responsabilità”.

IMMIGRAZION E DEMOGRAFIA

Francesco ricorda ai fedeli che “la cura del creato” e “la fraternità” sono i cardini della Chiesa e esorta a non “lasciare ai margini popoli o gruppi sociali”. “Chiedo che sia sempre vigile l’attenzione a non trascurare le nazioni più svantaggiate, anzi, che esse siano aiutate a risollevarsi dalle loro condizioni di impoverimento. Questa è una via maestra per fare in modo che diminuisca il numero di quanti sono costretti a emigrare, spesso in condizioni disumane e pericolose. Il Lussemburgo, con la sua storia peculiare, con la sua altrettanto peculiare posizione geografica, con poco meno della metà degli abitanti provenienti da altre parti dell’Europa e del mondo, sia di aiuto e di esempio nell’indicare il cammino da intraprendere per accogliere e integrare migranti e rifugiati». Poi non scorda di fare un accenno a un’altra piaga del nostro tempo: l’inverno demografico: “Ho visto la percentuale di nascite: per favore, più bambini, è il futuro. Non dico più bambini e meno cagnolini, questo lo dico in Italia. Ma a voi dico: più bambini”.



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