Papa Francesco a giovani, non fatevi contagiare virus individualismo. E a Natale cerchiamo qualcuno da aiutare
19 dicembre 2021, ore 12:40 , agg. alle 13:19
Nel videomessaggio per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che si svolge a Milano il Pontefice sprona i giovani a mettere in gioco i loro talenti e metterli a disposizione di tutti
Da due anni a questa parte la pandemia ci ha costretto a riorganizzare le nostre vite, sul fronte del lavoro, della scuola, delle relazioni sociali. Ma c’è un altro tipo di contagio dal quale Papa Francesco mette in guardia i giovani: quello di anteporre i propri interessi o egoismi rispetto a quelli della collettività. “Non lasciatevi contagiare dal virus dell'individualismo. E' brutto questo, e fa male" è il messaggio di Bergoglio per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. "L'università è il luogo adatto per sviluppare gli anticorpi contro questo virus: l'università apre la mente alla realtà e alla diversità; li potete mettere in gioco i vostri talenti e metterli a disposizione di tutti". Per il Papa "L'apertura e l'accoglienza dell'altro è quindi particolarmente importante, perchè favorisce un legame solidale tra le generazioni e combatte le derive individualiste", ha aggiunto.
GUARDATE A RADICI MA NON SIATE TRADIZIONALISTI
Il Papa chiede ai giovani di guardare alle "radici" senza diventare "tradizionalisti". "Come studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - dice nel videomessaggio -, appartenete a una comunità di studi con solide radici, dalle quali potete attingere per la vostra formazione e per rinnovare, ogni giorno, l'entusiasmo di andare avanti e assumere la vostra responsabilità nella società. Non diventare tradizionalisti delle radici, no. Prendere dalla radice per crescere, per andare avanti, per giocarvi la vita. Questo è l'orizzonte che vi propongo in questo centenario".
ALL’ANGELUS, BASTA LAMENTELE, FA TANTO BENE UN SANO UMORISMO
Papa Francesco invita a lasciare da parte le "lamentele" e a coltivare invece "un sano umorismo". "Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere - ha detto all'Angelus -, non porteremo Dio a nessuno. Soltanto porteremo amarezze e cose oscure. Fa tanto bene, invece, coltivare un sano umorismo, come facevano, ad esempio, San Tommaso Moro o San Filippo Neri. Possiamo chiedere la grazia del sano umorismo, fa tanto bene. Non dimentichiamo che il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente".