Papa Francesco è partito per il suo viaggio apostolico in Iraq, il primo di un pontefice in un Paese sciita
Papa Francesco è partito per il suo viaggio apostolico in Iraq, il primo di un pontefice in un Paese sciita
05 marzo 2021, ore 07:49 , agg. alle 10:27
Prima tappa del Santo Padre a Baghdad, tra gli appuntamenti più importanti l'incontro con il Grande Ayatollah Ali al-Sistani. Nei prossimi 4 giorni visiterà Najaf, Ur dei Caldei, Nassiriya, Erbil, Mosul e Qaraqosh. Imponenti le misure di sicurezza, rigido anche il protocollo sanitario per l'emergenza coronavirus
Come previsto, alle 7,43 di questa mattina l’Airbus A330 “Giotto” di Alitalia si è staccato dalla pista dell'Aeroporto di Fiumicino con a bordo Papa Francesco e destinazione Baghdad, prima tappa della visita del pontefice in Iraq. Un viaggio storico perché è la prima volta che un papa visita il Paese a maggioranza sciita. Nel 2000, in occasione del Giubileo, la visita di Papa Giovanni Paolo II fu cancellata per ragioni di sicurezza. Per il Santo Padre non sarà facile portare il suo messaggio di fratellanza e speranza in un momento di forte tensione e di grandi rischi per la sicurezza. Arriverà nelle prossime ore e ripartirà lunedì 8 marzo . Visiterà anche Najaf, Ur dei Caldei, Nassiriya, Erbil, Mosul e Qaraqosh. In tre giorni Francesco pronuncerà 4 discorsi, due omelie, un Angelus e una preghiera di suffragio per le vittime della guerra. Il momento più importante l’incontro con il Grande Ayatollah Ali al-Sistani. “È un incontro storico, per la prima volta saranno a colloquio i rappresentanti delle due maggiori religioni del mondo, Islam e Cristianesimo, e nello specifico sciismo e cattolicesimo. È un passo senza precedenti che fa ben sperare noi personalità religiose”, ha dichiarato ieri Shaykh Abbas Di Palma, imam della comunità sciita italiana.
Sicurezza e tensioni
Forse per la prima volta Papa Francesco accetterà di muoversi nei suoi spostamenti a bordo di un’auto blindata. Troppi i rischi per lui in un Paese alle prese con forti tensioni e contraddizioni. Alcuni giorni fa diversi razzi hanno colpito la base aerea di Ain al-Asad, nella provincia dell'Anbar nell'Iraq occidentale, dove sono di stanza le truppe americane e le forze della coalizione internazionale. Lo scorso 15 febbraio, in un altro attacco contro una base Usa, erano morte due persone e altre 7 erano rimaste ferite. La Brigata dei Guardiani del sangue, in arabo Saraya Awliya al-Dam, che ha rivendicato l’azione, ha annunciato ieri che sospenderà tutte le azioni militari durante la visita di Papa Francesco per rispetto dell’Imam Al Sistani.
Emergenza sanitaria in Iraq
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha parlato nei giorni scorsi di un “viaggio storico”, sicuramente molto diverso da quelli a cui ci ha abituato Bergoglio dall’inizio del suo pontificato, anche per le necessarie precauzioni sanitarie che dovranno essere adottate: ”Si dovrà tenere conto del Covid-19 e delle misure imposte dal Paese, ecclesiastiche e governative. Per certi versi sarà un viaggio ‘virtuale’, nei limiti in cui è possibile in un Paese come l’Iraq, dove la connessione ad Internet non è sempre disponibile, specialmente nei villaggi”, ha dichiarato Bruni. Non ci saranno i consueti bagni di folla, al massimo qualche centinaia di persone. Unica eccezione nel corso della messa di domenica, prevista a Erbil, dove peraltro il Papa entrerà a bordo di un auto aperta.