31 maggio 2021, ore 16:15 , agg. alle 16:31
L'ex direttore generale dell’Associazione Nazionale Italiana Cantanti annuncia l'azione legale contro i due comici del gruppo The Jackal
L'ex direttore generale dell'Associazione Nazionale Italiana Cantanti Gianluca Pecchini passa alle vie legali. Accusato di sessismo da Aurora Leone del gruppo comico The Jackal, ha deciso di rispondere con una querela per diffamazione aggravata. L'episodio incriminato risale al 24 maggio, il giorno prima della Partita del Cuore all'Allianz Stadium di Torino, durante una cena. Secondo la versione di Aurora Leone, Pecchini le avrebbe detto di alzarsi dal tavolo della Nazionale Cantanti perché "le donne non possono stare al tavolo delle squadre". Diverso il racconto dell'ex direttore generale dell'Associazione Nazionale Italiana Cantanti, dimessosi proprio dopo questo episodio: Gianluca Pecchini sostiene infatti di non aver riconosciuto né Aurora Leone né Ciro Priello dei The Jackal e di aver chiesto ad entrambi di spostarsi. Da tradizione, ha raccontato in un'intervista, la sera prima della partita la squadra è al tavolo insieme e prepara il match con l’allenatore. Insomma, non si sarebbe trattato di una discriminazione, ma di un fraintendimento. Il caso, che ha riempito pagine di social nei giorni scorsi, ora finisce in tribunale.
La querela di Pecchini
Dopo giorni di polemiche, dunque, Gianluca Pecchini va al contrattacco. ''Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici, come già anticipato in un'intervista, ho deciso di rivolgermi allo studio dell'Avvocato Gabriele Bordoni per presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso reputazione, così da tutelare i miei diritti, la mia immagine e, soprattutto, la mia dignità di uomo e di professionista''. Queste le parole con cui l'ex direttore generale dell'Associazione Nazionale Italiana Cantanti annuncia il passo legale.
L'avvocato, iniziativa necessaria per ristabilire la verità dei fatti
Il legale a cui si è rivolto Gianluca Pecchini, Gabriele Bordoni, ha spiegato che questa querela si è resa "necessaria per ristabilire la verità dei fatti; l'uso diretto e personale dei sistemi di comunicazione di massa consente ampia libertà di espressione a chiunque ed è un valore da salvaguardare che va tenuto però ben distinto dalla loro strumentalizzazione - ha dichiarato Bordoni - la critica e le opinioni sono sacrosante, ma non lo è affatto la propalazione di notizie infondate". Si pensa in questi giorni di introdurre "una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si ripensa anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la rete. Sono sintomi di un malessere culturale e sociale - ha aggiunto il penalista - potenzialmente inducenti pericolose derive che nella vicenda di Pecchini trovano occasione per essere considerate e discusse. Ma, intanto, va tutelata nella sede competente la dignità di un uomo, della sua famiglia e del suo lavoro, proteggendolo dal linciaggio morale", ha concluso l'avvocato Bordoni.