Partito Democratico, la segreteria 'aperta' alla minoranza. E mano tesa al Movimento Cinque Stelle

Partito Democratico, la segreteria 'aperta' alla minoranza. E mano tesa al Movimento Cinque Stelle

Partito Democratico, la segreteria 'aperta' alla minoranza. E mano tesa al Movimento Cinque Stelle


Boccia: “Sulle alleanze non poniamo condizioni a escludere. Certo, a giudicare dalle posizioni espresse da Calenda e Renzi, mi sembra complesso. In Parlamento occorrerà uno sforzo di comprensione e dialogo per mettere in difficoltà la destra. Ci proveremo”

Per il varo della segreteria targata Elly Schlein bisogna attendere ancora la prossima settimana. Lo schema al quale sta lavorando la segretaria, stando a quanto si apprende, prevede l'ingresso di alcuni esponenti della minoranza dem, in nome della "gestione unitaria" su cui si erano detti d'accordo tanto la leader dem quanto il presidente del partito Stefano Bonaccini. Il braccio di ferro sui capigruppo, risolto con l'elezione di Francesco Boccia e Chiara Braga, ha messo a rischio questa linea che, tuttavia, oggi sembra reggere. Lo dimostrerebbe anche la scelta della minoranza di non presentare candidati alternativi a quelli di Schlein, eletti per acclamazione. Ora, dall'area Bonaccini si attende un contatto, un confronto fra i due.


Il momento

Il momento buono, viene spiegato, potrebbe arrivare venerdì, con il ritorno a Bologna del presidente dalla missione in Texas. "In questi giorni proseguirà il lavoro in capo alla nostra segreteria. Da qui a qualche giorno ci sarà una squadra coesa, unita e in grado di fare fronte alle scelte sbagliate di questa maggioranza", assicura la neocapogruppo Chiara Braga. "Abbiamo gli occhi puntati addosso, dobbiamo rimanere concentrati sul nostro obiettivo". I nomi in campo per l'area Bonaccini, al momento, rimangono quelli di Pina Picierno, eurodeputata Pd e vice di Bonaccini durante la competizione congressuale; c'è il nome di Davide Baruffi, sottosegretario alla presidenza dell'Emilia-Romagna e braccio destro dello stesso Bonaccini. Altro nome nel ventaglio delle ipotesi è quello del senatore Alessandro Alfieri, già coordinatore della campagna congressuale del governatore. Molto dipenderà da quante e quali deleghe Schlein vorrà mettere a disposizione.


Schlein

La segretaria Schlein è al lavoro per definire la squadra dell'esecutivo dem. Una squadra che dovrà muoversi di raccordo con i gruppi parlamentari, come ha sostenuto Elly Schlein durante la due giorni di confronto con i parlamentari. Perché, è la convinzione della leader dem, dalla mancata comunicazione fra questi due piani sono discesi molti dei problemi che si è trovato ad affrontare il Pd. "Noi abbiamo da ricostruire gli assetti politici e istituzionali del partito. Le due cose stanno insieme, non sono da prendere a compartimenti stagni", è il principio che ispira la segretaria: "Noi riusciamo nella missione che abbiamo davanti se riusciamo ad ancorare sempre di più il lavoro nel partito e il lavoro che facciamo dentro a le Aule. Questo ci consentirà di raccordare meglio anche i nuovi assetti, la segreteria e i gruppi". Un riferimento ai tempi in cui erano proprio i gruppi parlamentari, con maggioranze diverse e opposte a quelle che governavano gli organismi statutari del partito, a cannoneggiare il Nazareno e chi vi sedeva. L'era Schlein, da questo punto di vista, ha l'ambizione di scardinare questo schema, non attraverso l'unanimismo, ma ricercando una unità nei fatti, sulle azioni da mettere in campo e che saranno ispirate alle domande provenienti dai territori. "Inizieremo un lavoro parlamentare di raccordo con il partito che avrà l'ascolto delle piazze, dei luoghi della protesta, e i luoghi delle sofferenze degli italiani il centro della sua azione", diceva ieri il neo capogruppo al Senato, Francesco Boccia, fra i più attivi nel lavoro di costruzione dei nuovi assetti del partito. Una impostazione confermata da quanto dice Braga, annunciando l'adesione del Pd alla piazza di sabato contro il Codice Appalti e le misure del governo sul Superbonus. Ma non solo: "Il governo si accanisce sui bambini e sulle bambine, saremo al fianco degli amministratori che si misurano con le difficoltà e le frustrazioni delle persone per queste scelte sbagliate. Affiancheremo le mobilitazioni con le nostre azioni in parlamento". Braga e Boccia, le scelte della segretaria per guidare i gruppi parlamentari. Due nomi annunciati da tempo e confermati anche dopo l'assemblea dell'area Bonaccini che ha portato alla defezione del gruppo dei neoulivisti tra i quali Marco Meloni, Anna Ascani, Enrico Borghi, Matteo Mauri, Ilenia Malavasi. Anche fra questi parlamentari potrebbe pescare la leader dem per costruire la sua segreteria.


La ‘maggioranza’

Per quello che riguarda la maggioranza, i nomi in campo rimangono quelli dei più attivi esponenti nella campagna elettorale: Marco Furfaro è in pole per la carica di vice segretario unico con possibile delega alla informazione. C'è Marco Sarracino, coordinatore della mozione Schlein durante la campagna congressuale, che potrebbe conservare la delega all'organizzazione nella segreteria. Ci sono poi Alessandro Zan per i diritti, Marta Bonafoni a cui potrebbe andare una delega sulla parità, Stefania Bonaldi per gli enti locali, Sandro Ruotolo con una delega alla legalità e al Sud. E ancora: Michela De Biase, Antonio Misiani e Andrea Pacella. A questi nomi potrebbero aggiungersene uno o due provenienti da Articolo Uno: Alfredo D'Attorre, è una ipotesi. Ma c'è chi lavora a fare entrare anche una donna proveniente dalla componente che fa capo a Bersani e Speranza. Una segreteria che, come detto, si troverà a dover costruire una catena di comunicazione continua con i gruppi parlamentari, anche nello sforzo di mettere insieme le forze di opposizione. In questo, chi vanta un lungo curriculum è proprio Francesco Boccia, 'regista' delle vittorie del Pd alle amministrative di un anno fa, quando il Pd 'perno' del centrosinistra riuscì a strappare città come Verona e Lodi alla destra. Ed è proprio Boccia a riaprire il tema delle alleanze. Se le convergenze con il Movimento 5 Stelle su alcuni temi sono evidenti, dice Boccia, per mettere riallacciare con Renzi e Calenda servirà uno sforzo in parlamento: "Le alleanze si fanno prima sulle visioni comuni e poi sui programmi", è la premessa dei deputati dem. "Non poniamo condizioni a escludere. Certo, a giudicare dalle posizioni espresse da Calenda e Renzi, mi sembra complesso. In Parlamento occorrerà uno sforzo di comprensione e dialogo per mettere in difficoltà la destra. Ci proveremo".


Conte

Quanto a Giuseppe Conte, aggiunge Boccia, "è una persona seria e intelligente. Penso non ipotizzi alcuna concorrenza ma voglia aggregare quante più forze possibili. Mi sembra evidente che la posizione del Pd e quella del M5s abbiano punti di convergenza". Parole che riaccendono gli animi nel Terzo Polo, dove il 'nodo' dell'asse Pd-M5s è ancora l'Ucraina: "Le alleanze si fanno prima sulle visioni comuni, dice bene Boccia. Quindi quando dice che preferisce il M5S al Terzo Polo sottintende che sul sostegno all'Ucraina, sull'assistenzialismo, sull'Europa il Pd condivide l'impostazione del leader dei populisti Giuseppe Conte. Basta saperlo", commenta l'eurodeputato di Italia Viva e Renew Europe Nicola Danti. E Giuseppe Conte, a domanda diretta sull'apertura di Boccia, replica: "Spero ci sia convergenza sul tema" dell'Ucraina. "Spero che Boccia voglia spingere il suo gruppo verso la nostra linea che è l'unico percorso giusto: non aiutiamo l'Ucraina con una guerra di anni e il rischio di una deflagrazione atomica".

 


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