Patrick Zaki resta in carcere, al Cairo confermata la custodia cautelare per l'egiziano studente a Bologna

Patrick Zaki resta in carcere, al Cairo confermata la custodia cautelare per l'egiziano studente a Bologna

Patrick Zaki resta in carcere, al Cairo confermata la custodia cautelare per l'egiziano studente a Bologna


07 dicembre 2020, ore 16:47
agg. 09 dicembre 2020, ore 09:39

Zaki, che è in carcere da febbraio, è accusato di propaganda sovversiva, per lui una mobilitazione internazionale

No alla scarcerazione per Patrick Zaki. Ancora una volta i giudici hanno deciso di prolungare la custodia cautelare.


La nuova udienza

L'udienza per lo studente egiziano dell'Università di Bologna si è tenuta ieri e la decisione della corte è stata comunicata oggi. Il ricercatore dovrà restare in carcere per altri 45 giorni. Zaki è stato arrestato lo scorso 7 febbraio per propaganda sovversiva e istigazione al terrorismo. Era appena arrivato in Egitto dall'Italia per far visita alla sua famiglia. "Dopo ore e ore di attesa, questa decisione sconcertante, vergognosa di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki lascia veramente senza fiato e sgomenti", ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "Patrick terminerà questo anno terribile nella prigione di Tora - ha aggiunto Noury - è veramente il momento che ci sia un'azione internazionale guidata e promossa dall'Italia per salvare questo ragazzo, questo studente, questa storia anche italiana, dall'orrore del carcere di Tora, in Egitto". Oltre a quella di Zaki, è stata rinnovata la custodia cautelare in carcere per altri 700 detenuti. 


Le speranze disattese

La decisione dei giudici ha gelato le speranze per una possibile liberazione, speranze che si erano riaccese dopo che l'Egyptian Initiative for Personal Rights, una ong per la difesa dei diritti civili con la quale Zaki collaborava, aveva annunciato l'anticipo dell'udienza, inizialmente prevista per il 29 gennaio. Sembrava una notizia positiva, alimentata anche dal fatto che giovedì sera sono stati scarcerati dalla prigione di Tora, dopo alcune settimane di detenzione, tre dirigenti della stessa ong, che erano stati accusati di far parte di un gruppo terroristico e di diffondere notizie false. Nei giorni scorsi la loro liberazione e quella di Zaki erano state chieste anche dalla star di Hollywood Scarlett Johansson.


Il carcere di Tora

La prigione di Tora, dove è detenuto Zaki, è la più tristemente nota di tutto l'Egitto. Si trova nella località omonima, situata a poche decine di chilometri a sud del Cairo. Il carcere, costruito nel 1908, ospita all'interno anche un ospedale militare e un'ala di massima sicurezza, chiamata Lo scorpione. Diverse organizzazioni non governative hanno più volte denunciato le ripetute violazioni dei diritti umani che verrebbero commesse all'interno. In un rapporto di Human Rights Watch, si riferivano le parole di alcuni detenuti: "Siamo in una tomba. Siamo vivi, ma in una tomba". Ai prigionieri verrebbero negate le cure mediche e sarebbero perpetrate anche torture. Negli ultimi mesi è stato anche alto il rischio di contagio da Covid. 


Le esecuzioni

Amnesty International ha denunciato il drammatico aumento delle condanne a morte in Egitto, 57 negli ultimi due mesi. Nel 2019 ne erano state eseguite 32 in un anno. L'ondata di esecuzioni ha fatto seguito a una rivolta scoppiata il 23 settembre nell'ala di massima sicurezza del carcere, Lo Scorpione. Durante la sommossa morirono quattro prigionieri condannati a morte e quattro membri delle forze di sicurezza. 


Il commento di Bonaccini

Patrick Zaki è uno studente dell'Università di Bologna. Il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha commentato così il prolungamento della detenzione di Zaki: "Ancora una volta il tribunale egiziano ha respinto l'istanza di scarcerazione per Patrick Zaki. L'ennesimo rifiuto delle sua liberazione è inaccettabile e va contro i più elementari principi giuridici internazionali". 



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