Patty Pravo, una vita ricca di musica e divismo
23 novembre 2017, ore 16:09
Riserva Indiana e il libro "La cambio io la vita che..."
Sarà perché sua nonna paterna si chiamava Maria, come la mia, sarà perché è nata a Venezia, una delle città in cui amerei invecchiare e, perché no, anche morire ( “e dimmi che non vuoi morire”), sarà perché la prima volta che la incontrai, al mitico Premio Tenco, avrebbe gradito un gin tonic al posto del vino dell’infermeria tradizionalmente offerto da un oste d’eccezione, Francesco Guccini, ma Nicoletta Strambelli in arte Patty Pravo l’ho sempre amata.
Riottosa alle regole ed alle imposizioni e destinata da subito alla musica, la piccola Nicoletta cresce in un clima sereno ed anti convenzionale con due nonni di ampie vedute ed estremamente liberali. Ragazzina estroversa eppure in grado di apprezzare intensi momenti di silenzio, come quelli condivisi con il poeta Ezra Pound che ha occasione di conoscere durante una “manca” da scuola e con il quale condivide, insieme alla sua compagna, lunghe passeggiate. Ma è il 1966 l’anno decisivo per quella che diventerà Patty Pravo, l’anno in cui, viaggiando con degli amici su un Maggiolino, approda al mitico Piper ideato dall’illuminato avvocato Crocetta, grande appassionato di musica rock e blues, che non appena la vede scatenarsi in pista con quell’allure particolare la precetta subito e le offre il più favoloso trampolino di lancio che un artista possa desiderare. Divertente è l’aggettivo più ricorrente del libro: perché per Patty, artista originale ed unica, tutto è più o meno divertente. E soprattutto ogni cosa accade nella sua vita surreale in maniera spontanea o casuale: per caso incontra Jimy Hendrix e si ritrova a girovagare per Roma, stipata in una Cinquecento con lui, in una notte in cui si dava la caccia all’ imprendibile Vallanzasca. Sono anni nei quali tutto sembra alla portata di mano per la bella e disinibita Patty, che ci confessa anche i suoi triangoli amorosi senza il minimo imbarazzo. Donna singolare, capace di allontanarsi nel deserto, una delle due misconosciute passioni, per settimane e di sparire dalle scene per lunghi periodi introspettivi ed estremamente privati. C’è spazio anche per il racconto dei suoi amori, oltre che dei suoi successi planetari in questa autobiografia scritta in maniera accurata. Quello che mi colpisce e che apprezzo in particolar modo è che non esistono parole recriminatorie nei confronti di qualcosa o qualcuno: quando si ama è per sempre, sembra suggerirci l’autrice, che ha vissuto ogni momento con la leggerezza e la spensieratezza del “qui e ora”, pur consapevole della straordinaria unicità della propria esistenza. Quella dell’ultima grande diva italiana.