Pedro Almodovar da oggi al cinema con il film vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia
05 dicembre 2024, ore 10:00
La pellicola si intitola “La stanza accanto” e vede come protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore
Ci aveva provato per tutta la vita e alla fine, il Leone d’oro, Pedro Almodovar lo ha vinto soltanto a 75 anni e dopo ben 23 film. Appare più come un premio alla carriera quello che il regista spagnolo si è aggiudicato qualche mese fa alla 81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia con la pellicola “The room next door” in italiano “La stanza accanto”. Il film esce oggi, 5 dicembre, nelle sale italiane e vede nel cast due giganti della recitazione come Tilda Swinton e Julianne Moore.
LA STANZA ACCANTO, LA TRAMA
La pellicola, che vede il cineasta spagnolo confrontarsi con il suo primo film in lingua inglese, segue la storia di Ingrid e Martha, due amiche da anni che non si sono mai dette mezze verità. Ingrid è una scrittrice di successo il cui ultimo libro racconta la sua incapacità di capire e accettare la morte. Martha è stata una corrispondente di guerra e ora è affetta da un tumore che potrebbe essere curabile con una terapia sperimentale, ma intanto si è preparata all'idea di morire, e ha già scelto, nel caso, come farlo: con una pillola comprata sul dark web. Ciò che vorrebbe però è non morire sola e, poiché il suo rapporto con la figlia le appare come irrimediabilmente compromesso, chiede a Ingrid di soggiornare nella stanza accanto alla sua nel momento in cui dovesse decidere di compiere il gesto di morire.
"LA STANZA ACCANTO", LA RECENSIONE
Tilda Swinton porta in scena uno dei ruoli più forti della sua carriera. Diretta da Almodovar, l’attrice si è superata: glaciale e struggente, potente e delicata, trattenuta ma dirompente. Una maschera di sofferenza, distesa e rassegnata. Un fantasma che aspetta la morte con eleganza e raffinatezza. Il tutto raccontato in modo sublime dal regista spagnolo che la riprende spesso da dietro gli specchi e i vetri, come ad accentuare il senso di evanescenza della vita che lentamente la abbandona. Le tinte cromatiche così vivaci e decise si confermano una cifra stilistica del cineasta che qui ne “La stanza accanto” sembrano quasi trovare una luce nuova, più poetica e malinconica. Sebbene la pellicola calchi spesso la mano sul dramma e il dolore che opprime i due personaggi, la mano di Almodovar trova sempre qualche stratagemma per asciugare la sofferenza. Una neve poetica colorata di rosa che si posa con delicatezza su New York, per esempio, o un inquadratura così bella da assomigliare a un dipinto. Un pò come se il regista volesse sussurrare all’orecchio dello spettatore che soltanto attraverso la bellezza e grazie all’arte si può sperare di sconfiggere l’oblio e superare l’ultimo respiro. Sebbene il film parli di morte, la pellicola è molto vitale.
Il cineasta si conferma abile nel parlare lo stesso linguaggio della settima arte, costruendo talvolta quelle immagini particolari, in grado di produrre senso in modo autonomo e senza bisogno dei dialoghi o delle parole. La potenza di una semplice porta colorata di rosso che cambia di significato a seconda di come viene inquadrata. Il tema della morte potrebbe essere perfettamente interpretato in termini meta testuali: è come se l’autore stesso “morisse” in termini artistici, abbandonando la confort zone della sua lingua madre per cimentarsi con un film fuori dal suo paese e con volti nuovi. Una morte e una rinascita che forse Almodovar ha sentito di mettere in scena dentro e fuori lo schermo proprio per resistere al tempo e poter ancora dire la sua.
“La stanza accanto” è un film straziante e fortemente politico, dove la morte è la protagonista assieme però a un inno forte e potente alla vita.