Perché non transennare e presidiare le vie dello shopping facendo entrare solo un determinato numero di persone?

Perché non transennare e presidiare le vie dello shopping facendo entrare solo un determinato numero di persone?

Perché non transennare e presidiare le vie dello shopping facendo entrare solo un determinato numero di persone?


17 dicembre 2020, ore 09:00 , agg. alle 10:21

A Milano, nella galleria Vittorio Emanuele ci saranno, dal prossimo fine, settimana dei flussi obbligati di uscita

Meno male che qualcuno ci ha pensato. Meglio tardi che mai. Saranno contingentate le presenze nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano e ci saranno dei flussi obbligati d’uscita. Lo ha deciso il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Se possiamo permetterci di dare un consiglio sarebbe bene che tutte le città adottassero queste misure nelle zone dello shopping, dove è possibile. In una galleria è abbastanza facile, ci sono due o quattro, ingressi. Basta transennare quelli, mettere le forze dell’ordine a presidio ed il problema della calca umana che si riversa davanti ai negozi è risolto. Per le vie è un po’ più complicato, ma non impossibile.

Forse varrebbe la pena transennare le vie dello shopping

Vogliamo mantenere le zone gialle ed evitare che i cittadini italiani si ammassino sui marciapiedi in centro, sotto Natale? Questo è l’unico modo: controllare, transennare le vie e decidere quante persone possano entrare, contemporaneamente, in una determinata zona. Se non si dovessero adottare queste misure sarebbe molto complicato gestire il prossimo fine settimana e le relative festività che verranno. Di certo è una soluzione non facile. Bisogna mettere in atto un controllo ed un presidio del territorio e delle città che non ha precedenti in Italia. Ma nemmeno il Covid-19 e la pandemia mondiale hanno precedenti nel nostro paese.

Perché le colpe sono sempre dei cittadini?

Sarebbe poi troppo semplice, come è accaduto nello scorso fine settimana, dare la colpa alla gente. Certo, le colpe ci sono. Gli assembramenti ci sono stati ovunque. Ma che cosa avrebbero dovuto fare i cittadini? Stare in casa? Uscire scaglionati secondo dei turni? Non sarebbe stato possibile. Nel momento in cui si apre tutto, la prevedibilità del fenomeno “ressa” era pari a quello della mela che cade per terra a causa della forza di gravità. Il cento per cento. Non si tratta di essere o falchi o colombe, di stare dalla parte di chi vuole tenere tutto aperto o da quella della chiusura totale da “zona rossa”. Si tratta, semplicemente, di essere logici.

L'esempio della Germania

La Germania, la organizzatissima Germania, piena di terapie intensive ed esempio di efficienza, ha chiuso tutto. Lockdown generale per evitare il disastro e la salita della curva dei contagi. La Cancelliera Merkel, nell’annunciarlo aveva le lacrime agli occhi lamentandosi del fatto che le altre misure non avessero funzionato. Da noi, invece, il dibattito è stato su che cosa fare tra Natale e Capodanno. Zona rossa o arancione, spostamenti sì, spostamenti no. Nessuno si è posto il problema su che cosa fare nei giorni prima di Natale. Ogni Governatore ha rivendicato i dati migliori per le proprie Regioni, contestando, spesso e volentieri, quelli romani. I litigi tra governo centrale e sedi regionali sono stati, a dir poco, imbarazzanti.

Anche gli scienziati litigano

Tutti ci auguriamo, è ovvio, che la situazione migliori e la terza ondata non arrivi. Le previsioni degli esperti, ahimè, dicono il contrario. Anche all’interno del Comitato Tecnico Scientifico ci sono posizioni differenti su come affrontare le festività. Risultato: gli scienziati litigano tra loro. Vista l’aria che tira bisognerà affidarsi, in parte, al classico stellone italico e alla fortuna, che, in realtà, di questi tempi, però, ci ha voltato un po’ le spalle.


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