15 luglio 2023, ore 16:45 , agg. alle 17:41
Il nonno del piccolo racconta: mia figlia stava attraversando un pesante momento di depressione
Si temono atti autolesionistici. Elisa Roveda, la mamma che ha ucciso ieri a Voghera, nel pavese, il figlio di meno di un anno, resta piantonata dagli agenti della Polizia penitenziaria nel reparto di psichiatria dell'ospedale San Matteo di Pavia, dopo l’arresto. La donna, in base a quanto si è appreso nelle scorse ore, è molto prostrata dopo il delitto. Dovrà essere interrogata ma non è stato ancora possibile stabilire la data in cui potrà essere ascoltata dal pm Paolo Mazza, che con i carabinieri della compagnia di Voghera si occupa delle indagini. Il bambino, che aveva evidenti segni sul collo, è stato strozzato o strangolato? Attesa per l’esito dell’autopsia che potrà svelare l’esatta dinamica dell’omicidio. Il tragico epilogo si poteva evitare? La donna, hanno raccontato i famigliari, negli ultimi tempi appariva depressa ed era in cura da un medico. Sia la madre di Elisa Roveda sia il marito della donna, è stato spiegato, cercavano di non lasciarla mai sola. E allora perché ieri mattina nessuno era in casa con lei? Questo è un aspetto su cui occorrerà fare luce anche se il lasso di tempo in cui la 44enne è rimasta da sola è stato breve, un’ora. Il marito è andato al lavoro e la madre di Elisa quando è arrivata a casa il piccolo era già deceduto.
Il racconto del nonno
Marco Roveda, padre di Elisa, ha raccontato i tragici momenti in cui ha capito che il nipotino era stato ucciso dalla figlia. "Mai si poteva immaginare che potesse fare del male a suo figlio, ma nonostante questo non la lasciavamo mai da sola. Io sarei venuto subito, se mi avessero avvisato. Invece l'ho saputo dalla tv: parlavano di una donna di 44 anni, ho subito immaginato che potesse essere mia figlia. Ho chiamato mio genero, ma non rispondeva". Così l’uomo, visibilmente commosso. Roveda ha detto che la figlia aveva tanto desiderato quel bambino. In realtà, però, Elisa Roveda da un mese e mezzo non era più lei, ha sottolineato il genitore, stava attraversando un periodo di depressione pesante, il dottore ha parlato di un esaurimento legato alla maternità. La tragedia si è consumata ieri mattina, quando la 44enne, attorno alle 9, ha chiamato il numero di emergenza 112 dicendo di aver ucciso il figlio. "Mia figlia aveva paura a stare a casa da sola, non riusciva più a guidare l'auto, faceva fatica a dormire”, ha raccontato ancora Marco Roveda. "Mia figlia non doveva restare da sola, se solo mi avessero avvisato sarei andato io a casa sua", ha ribadito. Il nonno del bambino e la nonna sono separati da 20 anni. "Andavo spesso da mia figlia a trovare mio nipote, l’ultima volta il primo luglio, era bellissimo come sempre, un bambino così allegro, rendeva felice tutta la famiglia", ha raccontato Marco Roveda.