02 marzo 2020, ore 23:00
Quasi duecento fascicoli con la storia di 4000 nomi
Tra le carte della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana, relative al pontificato di Pio XII e già fruibili in formato elettronico, spiccano i fascicoli sugli "Ebrei" con 4.000 nomi, mentre monsignor Ottaviani forniva falsi certificati ai perseguitati. Lo ha anticipato oggi sui media vaticani Johan Ickx, che è il direttore di quell'archivio storico. Le sue parole sono arrivate proprio nel giorno dell'apertura agli studiosi degli archivi vaticani su papa Pacelli.
Quasi duecento fascicoli con la storia di 4000 nomi
Tra le serie archivistiche tradizionali, secondo quanto riportato da Ickx, salta all'occhio la serie archivistica "Ebrei", ovvero 170 fascicoli contenenti la storia di circa 4.000 nomi. Tra questi c'è una maggioranza di richieste per aiuto da parte di cattolici di discendenza ebraica, ma non mancano i nomi di ebrei. Vi si trovano personaggi talvolta inaspettati: si è rivolto alla Santa Sede il giovane ricercatore di studi umanistici Paul Oskar Kristeller, uomo di fama mondiale per gli studi umanistici, anche se poi nella sua cartella rimane oscurato/sconosciuto l'impegno dato per la sua fuga dall'Europa verso gli Stati Uniti.
"Le carte evidenziano sforzi per rispondere a suppliche per la salvezza dei perseguitati"
"Ci vorrà del tempo per ricostruire l'atmosfera e l'ambiente in cui queste azioni ebbero luogo. Ma almeno lo studioso potrà aprire altre serie, come per esempio Italia 1352b, dove troverà il fascicolo “Accuse contro Monsignor Ottaviani di aver concesso documenti falsi ad ebrei e di averli ricoverati in edifici extraterritoriali'", ha spiegato un archivista. "Le carte evidenzieranno quanti e quali sforzi siano stati fatti per cercare di rispondere alle suppliche per la salvezza dei perseguitati e dei bisognosi in pericolo di vita, come emergerà sicuramente anche l'odio del nazismo nei confronti della Chiesa cattolica e del Papa stesso. Al contempo risulterà altrettanto evidente l'opposizione e la contrarietà di molti Stati di aprire le frontiere a tanti bisognosi", conclude Ickx.