Pipì a letto, i pediatri, il bimbo non va punito ma compreso

Pipì a letto, i pediatri, il bimbo non va punito ma compreso

Pipì a letto, i pediatri, il bimbo non va punito ma compreso


01 giugno 2019, ore 14:00

Ecco i consigli che arrivano dal 75esimo congresso della Società italiana di pediatria

Fare la pipì a letto è un disturbo diffuso tra i bimbi, poi con l'età tende a regredire. Il termine medico è enuresi e a 5 anni interessa circa il 12-15% dei bambini, a 10 attorno al 5% per poi ridursi a circa l'1% dopo i 14 anni. E' due volte più comune nei maschi rispetto alle femmine. Il bimbo che fa la pipì a letto non va punito, ma compreso e sostenuto, non gli va vietato di dormire fuori casa, anzi va incoraggiato, aiutandolo a ripetere le regole che segue a casa per non bagnare il letto e munirlo di un paio di mutandine extra. Va coinvolto anche nella pulizia quando bagna il letto, e non va usato il pannolino. Questi alcuni consigli che arrivano dal 75esimo congresso della Società italiana di pediatria (Sip). Da un'indagine condotta dalla Sip su circa 10 mila bambini da 5 a 14 anni emerge che l'enuresi non è solo colpa dei geni: il ruolo dell'ambiente e altri fattori comportamentali sono altrettanto importanti. "Oltre alla predisposizione genetica, l'enuresi può avere origine da disfunzioni ormonali, disturbi del sonno e immaturità della vescica" evidenzia Pietro Ferrara, docente di Pediatria all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e all'Università Campus Bio-Medico. "Se il bimbo ha meno di 5 anni, età entro cui si acquisisce normalmente il controllo degli sfinteri, e fa la pipì a letto questo è considerato fisiologico- prosegue Ferrara- può richiedere molta pazienza ma non deve allarmare. Prima di quella età non è indicato il trattamento farmacologico, ma solo dei consigli come l'igiene genitale, la regolazione dell'assunzione eccessiva di liquidi la sera, la correzione dell'eventuale stipsi".