Polemiche per la pubblicazione dei video dell'incidente alla funivia del Mottarone in cui sono morte 14 persone

Polemiche per la pubblicazione dei video dell'incidente alla funivia del Mottarone in cui sono morte 14 persone

Polemiche per la pubblicazione dei video dell'incidente alla funivia del Mottarone in cui sono morte 14 persone


Nelle immagini di due telecamere di sicurezza si vedono gli ultimi istanti di vita delle vittime della funivia, Per il Procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, la pubblicazione è stata assolutamente inopportuna. Polemiche sulla Rai e il Tg3 che per primo ha pubblicato i video

Ci sono gli ultimi istanti, gli ultimi secondi di vita delle 14 persone precipitate sul Mottarone. L’orologio delle due telecamere di sicurezza segna le 12,12. La cabina che sale verso la stazione, l’addetto dell’impianto che guarda i turisti in arrivo, poi rivolge lo sguardo verso l’alto, forse attirato da qualche rumore anomalo delle funi d’acciaio. I passeggeri che si preparano, qualcuno che, con l’avvicinarsi della destinazione, rivede mentalmente i movimenti da fare per scendere o magari pensa alla passeggiata che inizierà a breve. La piccola navetta rallenta, quasi si ferma. Poi la rottura del cavo trainante, la cabina che si impenna e la folle corsa verso valle. Niente che lo impedisca, a bloccare le ganasce dei freni ci sono i forchettoni messi lì per evitare la manutenzione dell’impianto. L’ultimo viaggio si conclude centinaia di metri più giù dove la cabina precipita a terra. Una ventina di secondi di pure terrore per quelle che tra poco saranno le vittime di una tragedia inconcepibile. Attimi in cui il padre di Eitan, il bimbo di 5 anni sopravvissuto, lo stringe a sé in modo forse istintivo. Un gesto che gli salverà la vita e che lo accompagnerà per sempre. Sono queste le immagini diffuse ieri. Due video pubblicati inizialmente dal Tg3, poi rimbalzati su molte altre testate, e che hanno scatenato una mare di polemiche.


"Pubblicazione assolutamente inopportuna"

Il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, titolare delle indagini, ha definito la pubblicazione assolutamente inopportuna, non solo perché vietata ma anche “per il doveroso rispetto che tutti siamo tenuti a portare alle vittime, al dolore delle loro famiglie, al cordoglio di una intera comunità”. “Portare a conoscenza degli indagati e dei loro difensori gli atti del procedimento a loro carico nelle fasi processuali in cui cio' e' previsto - si legge in una nota - non significa per cio' stesso autorizzare ed avallare l'indiscriminata divulgazione del loro contenuto agli organi diinformazione". Ancora più, aggiunge il magistrato, perché “si tratta di immagini dal fortissimo impatto emotivo, mai portate a conoscenza neppure dei famigliari delle vittime, la cui sofferenza non puo' e non deve essere ulteriormente acuita da iniziative come questa”. Sconcerto per la sindaca di Stresa, Marcella Severino:” Io mi ero proposta un silenzio stampa rispettoso della famiglie e delle vittime e lo stavo portando avanti da giorni - dice la prima cittadina - anche perche' volevo che le indagini facessero il loro corso mentre il territorio era impegnato a dare un segnale di vicinanza. La vista di questo video mi ha lasciato basita e credo non fosse opportuna nel rispetto delle vittime e dei loro familiari”.


Le polemiche

La bufera riguarda anche la Rai e in particolare il Tg3 che per primo ha diffuso le immagini. La politica punta il dito contro la dirigenza di viale Mazzini. Il Pd, per bocca di Valeria Fedeli e Andrea Romano, ha definito molto grave la scelta di mandare in onda le immagini e ha chiesto chiarimenti ai vertici della tv pubblica, promettendo una interrogazione in Commissione vigilanza. Per il Movimento 5 stelle si è trattato di una " pagina indegna per il servizio pubblico". Il presidente della Rai, Marcello Foa, si è detto invece profondamente colpito: “E' doveroso, in circostanze come questa, valutare attentamente tutte le implicazioni, a cominciare da quelle etiche e di rispetto per le vittime e per i loro familiari, nella consapevolezza del peso mediatico ed emotivo di ogni immagine e di ogni commento”.



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