Polizia violenta negli Stati Uniti, ben 1.247 uccisi nel 2023, in Florida è legale legare mani e piedi
06 maggio 2024, ore 08:00
Il caso di Matteo Falcinelli a Miami riporta in primo piano le violenze della polizia degli Usa
Dalle percosse a pratiche ai limiti della tortura, come l'hogtying perpetrato su Matteo Falcinelli a Miami, fino alla morte. L'eccesso di violenza della polizia negli Stati Uniti è sempre all'ordine del giorno e le statistiche sono agghiaccianti. Rivelano come sia una piaga largamente diffusa tra le forze dell'ordine di tutto il Paese. Nonostante i casi di abusi da parte degli agenti su arrestati o fermati in America risalgano agli anni '20 del secolo scorso, l'Fbi ha iniziato a raccogliere i dati a livello federale soltanto nel 2019. Per i dati più vecchi occorre affidarsi ad organizzazioni non governative che studiano il fenomeno da anni come il gruppo Mapping Police, secondo il quale l'anno scorso la polizia ha ucciso almeno 1.247 persone e negli ultimi nove anni oltre 9.000, con una media raccapricciante di tre persone al giorno.
I casi
I dati parlano chiaro. Nove su dieci sono morti a causa di colpi di armi da fuoco ma tra le cause più comuni ci sono anche il taser e quella che in gergo tecnico si chiama la contenzione fisica: il ginocchio di un poliziotto sul collo, ad esempio, come quello che uccise George Floyd il 25 maggio del 2020 a Minneapolis. Ma anche l'incaprettamento, che per fortuna non ha ammazzato lo studente italiano. Falcinelli è stato legato mani e piedi da quattro agenti, una pratica che in Florida è ancora legale ma che i congressi di alcuni Stati stanno cercando di vietare. A Los Angeles e New York, dopo il caso di Floyd, è stato introdotto il divieto di usare metodi che possono provocare l'asfissia, nei quali potrebbe rientrare anche l'hogtying.
Inizia sempre da un fermo
Quasi tutte le tragedie di questo tipo iniziano con un semplice fermo o un controllo per disturbo della quiete pubblica e soltanto 1 su 3 riguarda l'attuazione di un crimine. L'altro dato sconvolgente è che, nonostante gli episodi di violenza eccessiva siano così frequenti negli Stati Uniti, le condanne nei confronti degli agenti sono molto rare, sotto al 2% negli ultimi cinque anni. Derek Chauvin, il poliziotto che soffocò Floyd, è stato l'unico incriminato nel 2020, mentre una decine di altri sono ancora in attesa di giudizio per episodi simili. Tra le ragioni, oltre alle leggi che proteggono gli agenti in servizio, c'è anche la difficoltà ad ottenere testimonianze dirette per via del cosiddetto muro blu del silenzio, una regola non scritta in virtù della quale i poliziotti si coprono a vicenda. La speranza è oggi affidata alle bodycam che, se purtroppo ancora non sembrano aver avuto un effetto deterrente, almeno in alcuni casi sono state fondamentali per inchiodare agenti killer o violenti.
Le città più violente
Quanto alle città con le forze dell'ordine più pericolose al primo posto c'è Los Angeles, con 70 persone uccise dalla polizia negli ultimi cinque anni, seguita da Phoenix (46) e Chicago (45). Mentre per quanto riguarda le comunità più colpite, al primo posto c'è quella afroamericana, seguita da nativi, ispanici e asiatici. Nonostante costituiscano solo il 13% della popolazione Usa, una vittima della polizia su quattro è un rappresentante della comunità black e gli afroamericani hanno il doppio delle possibilità di essere uccisi dagli agenti rispetto a un bianco.