Povertà alimentare, 5 milioni di italiani non hanno un pasto completo ogni due giorni

Povertà alimentare, 5 milioni di italiani non hanno un pasto completo ogni due giorni

Povertà alimentare, 5 milioni di italiani non hanno un pasto completo ogni due giorni Photo Credit: agenziafotogramma.it


Secondo l’ultimo rapporto di ActionAid, 3 milioni di persone non hanno la possibilità di mangiare fuori casa nemmeno una volta al mese

Viviamo un momento storico in cui è sempre più facile ostentare opulenza: si pensi ai video di influencer sui social che spesso documentano tenori di vita altissimi o ai programmi televisivi che mostrano chef sempre intenti a cucinare leccornie, passando per trasmissioni che assecondano le volontà di acquisto di beni e servizi da parte di clienti particolarmente facoltosi (appartamenti, cerimonie, ecc…). Di fianco agli elementi di finzione che – inevitabilmente – tutti questi prodotti di intrattenimento contengono, c’è un dato di realtà che ci riporta con i piedi per terra e che arriva da ActionAid. L’organizzazione non-profit ha pubblicato il quinto rapporto sulla povertà alimentare con dati inediti dai quali emerge un Paese reale molto distante dal mondo patinato sopra descritto.


Il rapporto

La ricerca è stata diffusa con il titolo: “I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali”. Dallo studio emerge un quadro scoraggiante sul fronte della povertà alimentare: nel 2023 sono quasi 5 milioni (4,9 per l’esattezza) gli italiani che non hanno potuto permettersi un pasto completo ogni due giorni; si tratta dell’8,4% della popolazione over 16. Il 5,8%, invece, (circa 3 milioni) non ha avuto la possibilità di mangiare fuori casa con parenti o amici almeno una volta in un mese.

Se confrontato con gli anni precedenti, il dato testimonia un aumento di un punto percentuale dei cosiddetti tassi di deprivazione materiale e sociale, pari a 500mila persone per ciascun indice. I risultati della ricerca preoccupano soprattutto perché la tendenza torna a crescere dopo anni di calo. Sale anche la percentuale di aiuti alimentari distribuiti: +40% negli ultimi 5 anni.


La deprivazione alimentare

Al fine di comprendere meglio i dati, può essere utile spiegare meglio cosa intendono i ricercatori quando parlano di deprivazione alimentare materiale e sociale. Nel primo caso si fa riferimento all’impossibilità, per chi vive questa condizione, di fare un pasto completo con carne, pollo, pesce o equivalente vegetariano almeno una volta ogni due giorni; la seconda situazione si fa riferimento al non potersi permettere di mangiare fuori casa con amici o parenti almeno una volta in un mese.

A preoccupare è l’analisi delle tendenze: tra il 2019 e il 2022, la deprivazione alimentare materiale era scesa dal 9,9% al 7,5%; quella sociale dal 6,9% al 4,8%. I ricercatori spiegano questa flessione con l’introduzione di sussidi come il Reddito di cittadinanza, che sono intervenuti a sostegno dei più poveri. Tuttavia, nel 2023, la loro diffusione è aumentata di circa 1 punto percentuale, raggiungendo l'8,4% - 4,9 milioni di persone sopra i 16 anni - per la deprivazione materiale e per quella sociale il 5,8% - 2,9 milioni di italiani.


Gli aiuti alimentari

Al fine di alleviare le difficoltà di chi vive una situazione di povertà alimentare, sono molte le realtà che si occupano di distribuire aiuti alimentari. La ricerca ActionAid fa riferimento, in particolare, a quelli Fead (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti). Il numero di persone costrette a fare affidamento su questi sostegni tra il 2019 e il 2023 è aumentato del 40%, passando da 2,08 milioni a quasi 2,91 milioni di beneficiari (dati del ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro). L'incremento ha riguardato tutte le Regioni ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia dove il dato è stabile.

Se consideriamo gli aiuti distribuiti nelle città, a guidare la classifica 2023 è Roma con 152.572 persone. A seguire Palermo con 115.796, al terzo posto Catania con 81.699. Al quarto posto Napoli con 73.609 beneficiari, Milano quinta con 62.157.

  "Sebbene gli aiuti alimentari siano aumentati, soprattutto a seguito della pandemia, rimangono una risposta necessaria ma insufficiente ma pur affrontando le emergenze, non riescono a risolvere le cause strutturali della povertà alimentare. Per questo è urgente rinnovare le politiche di contrasto, affiancando agli aiuti materiali nuove strategie di intervento. È fondamentale implementare un sistematico monitoraggio a livello locale che non si limiti alla dimensione economica dell'accesso al cibo, ma consideri anche aspetti come la socialità, le relazioni e il benessere fisico ed emotivo delle persone", così Roberto Sensi, Responsabile Programma Povertà alimentare ActionAid Italia. 



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