Povertà e alimentazione, in Italia 1 persona su 3 sceglie cibo in scadenza

Povertà e alimentazione, in Italia 1 persona su 3 sceglie cibo in scadenza

Povertà e alimentazione, in Italia 1 persona su 3 sceglie cibo in scadenza Photo Credit: Pexels


Uno su 3 è costretto a scegliere solo discount: ecco i dati della nuova inchiesta dell'economista Andrea Segrè

Il prossimo 16 ottobre è in programma la 45esima Giornata Mondiale dell'Alimentazione, World Food Day 2024 promosso dalla Fao. In vista di questa occasione sono stati anticipati i dati della nuova inchiesta dell'economista Andrea Segrè, fra i protagonisti degli eventi ufficiali promossi dalla Fao per la Giornata, firmata insieme all'accademica Ilaria Pertot. Numeri che fanno emergere come l'Italia sia sempre più povera.

Italia povera, ecco i dati

L'indice di povertà assoluta nell'ultimo anno è passato dal 7,7 all'8,5% della popolazione, toccando 5,7 milioni di cittadini. Un italiano su 3 è costretto ad indirizzarsi verso prodotti a ridosso di scadenza o esteticamente poco attraenti, 1 su 2 ad acquistare online, 1 su 4 a cercare di auto-produrre il cibo, 1 su 3 a scegliere solo discount. Tra i dati emerge che l'indice di insicurezza alimentare sale del 26% nel Sud rispetto a Nord e Centro e si impenna al 280% nel cosiddetto ceto popolare rispetto alla media nazionale. Ecco le dichiarazioni degli autori dell'inchiesta: "In questa società potrebbe capitare a tutti, da un momento all'altro, di saltare il fosso dell'impoverimento, amministrando gli esigui 97 centesimi al giorno messi a disposizione dalla inadeguata social card, istituita con legge di bilancio 2024 e ad aggravare la situazione non c'è solo la disoccupazione, ma sempre più spesso il 'lavoro povero', precario, a nero e a basso salario, che non garantiscono sicurezza finanziaria, mentre le povertà di genere vedono le donne percepire pensioni inferiori del 27% rispetto agli uomini".

I 'working poor' e i miliardari italiani

Secondo l'Istat quasi un cittadino su 10 vive in povertà assoluta. E tra loro, ci sono anche numerosi “working poor”, ossia persone che nonostante abbiano un lavoro sono in difficoltà economica. A proposito di disuguaglianze nel nostro Paese, secondo i dati Oxfam, i miliardari italiani sono passati da 36 a 63 dall’inizio della pandemia al novembre 2023 e il valore dei loro patrimoni è cresciuto del 46%.

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