Preoccupazione in Gran Bretagna per il Covid e per il mancato accordo sulla Brexit, è assalto ai supermercati
Preoccupazione in Gran Bretagna per il Covid e per il mancato accordo sulla Brexit, è assalto ai supermercati
22 dicembre 2020, ore 21:00 , agg. alle 16:24
Il Paese è isolato su più fronti dopo lo stop temporaneo agli aerei passeggeri con gran parte del mondo a causa della variante inglese del coronavirus
Come da tradizione, in Gran Bretagna le code, pur lunghe che siano, sono sempre ordinate. E così sta avvenendo in questi giorni in cui i supermercati sono stati presi d'assalto.
Ansia e scaffali vuoti
I britannici stanno cercando di fare più scorte possibili e, in molti negozi, gli scaffali sono già vuoti. Il Paese è spaventato dal coronavirus, che ha rialzato la testa con la variante più contagiosa che ha messo in ansia il mondo, e preoccupato per la Brexit, l'uscita dall'Unione Europea, che aumenta l'incertezza.
L'isolamento
La diffusione della nuova variante di coronavirus ha costretto diversi Paesi di tutto il mondo a sospendere il collegamenti con la Gran Bretagna. Fermi anche i collegamenti merci con la Francia, e il Paese si sente isolato. Una solitudine che, a meno di due settimane dall'atto definitivo della Brexit, che sancirà l'uscita formale dal mercato unico e dall'unione doganale, accresce l'inquietudine. La corsa agli acquisti è iniziata senza panico, forse anche grazie all'appello alla calma lanciato dal premier Boris Johnson.
In coda a rischio della salute
"L'unica cosa che vorrei in questo momento sarebbe non trovarmi qui, con tutta questa gente - lo sfogo di Jennifer -. Non posso sapere chi ha cosa, e sto cercando di fare del mio meglio per tutelare la mia salute e quella del mio bambino. Quello che farò è prendere qualcosa, per poi tornare subito a casa". A Londra i casi del virus sono aumentati del 50% nel giro di una settimana costringendo le autorità a un nuovo lockdown. "Questa mattina sono già stata in tre supermercati, - il racconto di Kate Black, studentessa di medicina - ho cominciato alle 7 da Sainsbury, quindi Aldi e poi Iceland. È assolutamente un delirio". "Sono spaventato - ammette Mohammed Mudai, un autista di bus - perché non c'è grande attenzione al distanziamento. In coda stanno tutti troppo vicini. Ma è difficile controllare le persone".
Non ci sono rischi che manchi il cibo
In Gran Bretagna, viene importato dall'estero il 25% del cibo. Percentuale che arriva all'80% per la verdura. Non sembrano però esserci allarmi che mettano le forniture a rischio. Tim Rycroft, direttore dell'associazione di categoria Food and Drink Federation, conferma che non ci sono possibilità che manchino cibo e medicinali, come già assicurato ieri da Johnson, che ha detto: "Siamo tutti allarmati per il blocco del porto di Dover dopo la chiusura dei giorni scorsi della frontiera con la Francia. Stiamo già registrando ripercussioni nell'approvvigionamento alimentare, ma in effetti i consumatori possono stare tranquilli perché al momento le scorte ci sono e in abbondanza: a Natale i depositi sono pieni di cibo".
Gli accordi con l'Ue nel dopo Brexit
Sorge però qualche rischio per il futuro a causa della possibilità di un mancato accordo commerciale con l'Unione Europea dopo la Brexit. Una prospettiva che esporrebbe la dogana a un vero e proprio caos fra dazi e controlli e renderebbe ancor più dipendente il Regno dalla rotta Calais-Dover, dove sono bastati un paio di giorni di stop a bloccare migliaia di camion.