Presidi di polizia in ospedale? Giuseppe Pasqualone a RTL 102.5: «Serve una revisione della sicurezza»

Presidi di polizia in ospedale? Giuseppe Pasqualone a RTL 102.5: «Serve una revisione della sicurezza»

Presidi di polizia in ospedale? Giuseppe Pasqualone a RTL 102.5: «Serve una revisione della sicurezza»


11 settembre 2024, ore 09:33

Il Direttore Generale degli Ospedali Riuniti di Foggia, Giuseppe Pasqualone, è stato ospite su RTL 102.5 in compagnia di Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro per discutere delle recenti aggressioni a medici e infermieri al Policlinico di Foggia

AGGRESSIONI AL POLICLINICO DI FOGGIA

«Oltre ad essere un policlinico, quindi un ospedale di secondo livello, siamo l'ospedale di Foggia, la terza città della Puglia per numero di abitanti. È evidente che esiste un problema, tanto che la programmazione sanitaria nazionale finalmente coinvolge il territorio in modo diverso. Tuttavia, fino a quando questa programmazione non sarà operativa, ci troviamo a gestire un sovraccarico di pazienti, soprattutto al pronto soccorso, per patologie di bassissima complessità. In certi momenti si verificano picchi di afflusso che si sommano alla carenza di personale, soprattutto di medici. In queste situazioni diventa difficile gestire i tempi di attesa. Il nostro personale sanitario, che lavora in condizioni difficili, fa di tutto per curare sia i pazienti gravi sia quelli meno gravi. Purtroppo, ci sono cittadini che non comprendono che in tali situazioni è necessario aspettare e reagiscono in modi che vanno stigmatizzati, ma che risultano incomprensibili. Non capiscono che, se continuiamo così, i pochi medici rimasti se ne andranno, costringendoci a chiudere il pronto soccorso», dichiara il dott. Giuseppe Pasqualone a RTL 102.5.

«I medici del pronto soccorso sono molto provati da questa situazione. Possiamo migliorare la sicurezza in molti modi, ma le aggressioni non sono giustificabili. I nostri sanitari lavorano tanto e bene, nonostante le difficili condizioni. Quelle situazioni di confusione, di cui parlavo prima, vengono vissute male non solo dai cittadini, ma soprattutto dal personale sanitario. Negli ultimi 20 anni sono cambiate molte cose: è cambiata la percezione della collettività, è aumentata la cronicità perché ci sono tantissimi pazienti anziani, si muore a 90 anni, e le problematiche sono molteplici. La programmazione ha avuto un lungo decorso e i cittadini hanno cominciato a perdere fiducia. Bisogna anche dire che il cittadino è diventato più irrequieto. Siamo convinti che, poiché la tecnologia e la tecnica sono migliorate, quando si arriva in ospedale si pensa che tutto sia curabile. Ma a volte, a causa delle condizioni di vita, non è possibile fare di più, e questo non viene accettato», continua Pasqualone.

“DOBBIAMO PRENDERE ATTO CHE LA VIOLTENZA STA CRESCENDO E DARE UNA RISPOSTA IMMEDIATA AI SANITARI”

«L'esercito negli ospedali? Non voglio che l'ospedale diventi un carcere». Servono presidi di polizia nell’ospedale? «La situazione richiede una revisione della sicurezza negli ospedali, e questo lavoro deve essere fatto con le forze di polizia. Affronteremo questa questione nel vertice di oggi in prefettura, su richiesta delle organizzazioni sindacali. Dobbiamo prendere atto che la violenza sta crescendo in modo grave e dobbiamo dare una risposta immediata per garantire la sicurezza dei sanitari. Perché se perdiamo quei pochi medici rimasti, il pronto soccorso chiuderà».


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