22 giugno 2024, ore 11:00
In occasione del mese del Pride, ecco una selezione di letture per partecipare intellettualmente alla celebrazione del diritto umano alla libertà di essere
Perché giungo è il mese del Pride?
E' il 1970 quando gli Stati Uniti vedono sfilare per la prima volta le Pride Parade, parate di protesta contro le violenze e i soprusi ai quali la comunità LGBT veniva continuamente sottoposta. Il Pride nasce come protesta e si evolve al giorno d’oggi in celebrazione festosa della diversità, commemorazione delle vittime dell’odio di genere, coinvolgendo sempre di più discorsi paralleli alla lotta contro l’omobilesbotransfobia come l’antirazzismo, il pacifismo – abbiamo visto quest’anno una forte impronta Pro-Pal – e il femminismo intersezionale.
“La stanza di Giovanni” di James Baldwin
James Baldwin, afroamericano originario di New York, è stato uno dei punti di riferimento di una narrativa – nonché di tantissimi lettori - che si affacciava al mondo LGBT con la voglia di inserirlo finalmente al centro della rappresentazione artistica. A 100 anni dalla nascita di Baldwin, la casa editrice Fandango ha ripubblicato alcune delle sue opere più importanti in una collana dedicata. Tra queste c’è un piccolo grande capolavoro: pubblicato per la prima volta nel 1956, "La stanza di Giovanni è un romanzo di sopraffina sensibilità, che ancora oggi riesce a sintonizzarsi con i sentimento di una gioventù alla ricerca di se stessa. Il protagonista è David, giovane newyorkese stanco della quotidianità grigia che lo imbriglia - “forse, come diciamo in America, volevo trovare me stesso. Questo è un modo di dire interessante […], sicuramente non significa ciò che dice ma tradisce il preoccupante sospetto che qualcosa sia finito nel posto sbagliato”. Sbarcato a Parigi alla ricerca di nuovi stimoli, David mette presto da parte il pensiero di Hella – la sua fidanzata, attualmente in pausa di riflessione in Spagna – quando si imbatte in Giovanni, un giovane affascinante e carismatico, decadente nella sua visione del mondo. Hella è la via di mattoni gialli, la strada predisposta per lui, il lavoro sicuro: una normale vita da americano medio. Viceversa, Giovanni è il bruciante entusiasmo giovanile, la tenerezza dell’affrontare l’ignoto disarmati, gli occhi rinforzati che trasformano uno stanzino in una reggia. Per scegliere tutto questo, però, ci vuole un coraggio da leoni.
“Nevada” di Imogen Binnie
Per molto tempo la transessualità non ha trovato spazio adeguato nel cinema e nella letteratura, esaurendosi nel migliore dei casi in scarse comparse di personaggi stereotipati, nel peggiore in narrazioni volte a demonizzare le persone transgender. “Nevada” di Imogen Binnie, autrice transgender statunitense, è un coming of age che utilizza l’espediente narrativo del viaggio – un road trip in questo caso – per indagare l’intimità della sua protagonista. La giovane Maria, donna trans insoddisfatta della sua assonnata routine sentimentale e lavorativa, decide di uscire dal logorante immobilismo partendo per il Pacifico. In un susseguirsi di incontri tutt’altro che epifanici, Maria accoglie il lettore nella sua zona di intimità, animata da interrogativi e solide certezze faticosamente raggiunte a dispetto di tutto e tutti. Non un’etichetta – trans -, ma una persona che è anche membro di una comunità – quella LGBTQIA+ - disposta a mettersi in ascolto e in dialogo con chi è fuori dai canoni tradizionalmente accettati, una mano tesa verso l'Altro. Un romanzo introspettivo, che parla la lingua dell'Io tanto quanto quella del Noi, che riesce nell’arduo compito di affrontare un tema senza finirne fagocitato.