Primario arrestato, Montaperto: "Durante l'emergenza a marzo, somministrare quei farmaci era la prassi"
Primario arrestato, Montaperto: "Durante l'emergenza a marzo, somministrare quei farmaci era la prassi"
26 gennaio 2021, ore 12:27 , agg. alle 12:41
Il presidente dell'associazione nazionale primari ospedalieri della Lombardia sul caso di Montichiari: "A marzo il contesto era drammatico di totale impreparazione del sistema italiano e lombardo a gestire una crisi che portava a una decuplicazione dei posti letto di rianimazione e di competenze mediche che non c’erano"
"Deve ritenersi che Mosca abbia somministrato i farmaci menzionati non per una intollerabile leggerezza, imprudenza o per effetto di una inescusabile imperizia, bensì nella piena consapevolezza dei presupposti della sua condotta e con la volontà di uccidere". E' l'accusa che il gip del tribunale di Brescia ha mosso nelle scorse ore nei confronti di Carlo Mosca, primario dell'ospedale di Montichiari, in provincia di Brescia, arrestato e ai domiciliari per omicidio volontario e falso in atto pubblico. Secondo l'accusa, il medico, 47 anni, nato a Cremona e residente a Mantova, ha somministrato farmaci letali a due pazienti affetti da Covid che sono deceduti a metà marzo, nella fase più acuta della pandemia.
"Il contesto di marzo è drammatico"
Carlo Montaperto, presidente dell'associazione nazionale primari ospedalieri della Lombardia, è intervenuto a questo proposito su RTL 102.5: “È una notizia drammatica, - commenta Montaperto - ma ci tengo a specificare alcuni elementi che sono importanti. Carlo Mosca non è un primario, ma un facente funzioni primario, è un dirigente medico che in assenze di un primario, viene nominato facente funzione, ed è così dal 2018. La seconda specifica è che io non voglio difendere nessuno, né accusare nessuno, perché bisogna conoscere i fatti, e non conosco granché di cosa è successo, ma posso dire cosa stava succedendo in Italia e soprattutto in Lombardia a marzo 2020. Venivano aperti reparti di rianimazione come funghi in una caverna, in condizioni drammatiche senza tutto quello che è necessario avere in una rianimazione e con la presenza di un numero di medici per pazienti molto sbilanciato rispetto a quello che è la normalità: il teatro su cui stiamo analizzando i fatti è di questo tipo. Il contesto di marzo è un contesto drammatico di totale impreparazione del sistema italiano e lombardo a gestire una crisi che portava a una decuplicazione dei posti letto di rianimazione e di competenze mediche che non c’erano.
"Questi medicinali? Erano la prassi per la pre intubazione"
Montaperto ha poi continuato: "Sono stati usati dei farmaci che vengono utilizzati per una pre intubazione : nei reparti di medicina e di pronto soccorso ciò avveniva, venivano utilizzati farmaci come il propofol che viene utilizzato per l’induzione dell’anestesia e farmaci che sono bloccanti della contrazione muscolare, perché spesso e volentieri i pazienti che devono essere intubati sono anche molto agitati. Questa era la prassi: un paziente che deve essere intubato, deve ricevere una dose di questi farmaci”.