21 marzo 2024, ore 14:00
"Mia sorella diceva: tutto ha un sapore strano", lo ha raccontato Chiara Tramontano in aula a Milano, spiegando che Giulia soffriva di violenti e continui mal di stomaco. Impagnatiello è accusato di averla avvelenata per mesi con del topicida
Una testimonianza toccante ma lucida quella che Chiara, sorella di Giulia Tramontano ha reso in aula nella quarta udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello. Dal suo racconto emerge che la relazione tra la sorella e l’uomo, accusato di averla uccisa, al settimo mese di gravidanza, era problematica. Che a Giulia era noto che Impagnatiello la tradiva, che la gravidanza non era stata ben accolta in principio dall’uomo tanto che Giulia avrebbe voluto abortire ma poi fu lo stesso Impagnatiello a convincere la sua compagna a non farlo. "Un modo per rassicurare noi familiari", ha detto Chiara Tramontano, "E' stato come buttare acqua sul fuoco, ha portato un po' di quiete anche a noi familiari, eravamo pronti a supportarli". Chiara ha anche raccontato di come sua sorella si lamentasse per ciò che mangiava e beveva: "Tutto ha un sapore strano. L’acqua odora di candeggina, diceva Giulia" ha aggiunto Chiara spiegando che Giulia soffriva di costanti e forti dolori allo stomaco per cui non trovava sollievo . Impagnatiello è accusato di aver avvelenato per mesi la vittima con del topicida.
Una relazione incerta
Chiara Tramontano ha descritto la relazione tra sua sorella e l'uomo che l'ha uccisa: altalenante, incerta a causa del comportamento poco lineare di Impagnatiello. Inoltre, tra i due "c'erano degli attriti frequenti sugli orari di lavoro e sul tenore di vita della loro coppia, lei era annoiata e lui era spesso assente in settimana e nel weekend preferiva restare a casa". "Io ero in disaccordo che lei continuasse a stare con lui, io credevo che lui l'aveva tradita ma lei era innamorata", ha detto ancora la ragazza che poi ha parlato del dolore della sua famiglia: "Ora ci facciamo forza, siamo più uniti di prima, non ci saranno più occasioni da festeggiare, dobbiamo accettare che dovremmo andare al lavoro e al cimitero. Lavoro e cimitero. Dobbiamo accettare il dolore, la perdita e la rabbia"
La testimonianza di un ex collega di Impagnatiello
Un collega dell'ex barman ha ricostruito la serie di bugie che Impagnatiello avrebbe raccontato anche sull'ambiente di lavoro. "Nessuno di noi conosceva della sua doppia vita. Lui a seconda di quello che gli conveniva raccontava della pazzia di Allegra (la ragazza con cui Impagnatiello aveva una seconda relazione parallela, n.d.r) che voleva stare con lui e delle pazzia di Giulia che voleva stare con lui". L'uomo, sentito come teste, ha raccontato in aula che Impagnatielllo sul lavoro diceva che "la madre era malata terminale" poi "rubava oggetti, al bar, al ristorante e in cucina. Rubò dei coltelli molto costosi che erano in una cassaforte e che poi sono ricomparsi". L'uomo ha anche riferito che tra i colleghi c'era apprensione per la sorte di Giulia, tanto da consigliare alla ragazza che aveva avuto una relazione con il barman di rimanere in contatto con Giulia, in quella sera del 27 maggio del 2023. La sera dell'omicidio.