Processo Open Arms: Matteo Salvini sotto accusa per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio

Processo Open Arms: Matteo Salvini sotto accusa per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio

Processo Open Arms: Matteo Salvini sotto accusa per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio   Photo Credit: agenzia fotogramma


14 settembre 2024, ore 15:16

Si è aperto oggi a Palermo il processo al vicepremier Matteo Salvini con le requisitorie dei Pubblici Ministeri. il ministro dei Trasporti ha scelto di non essere in aula

Aule affollate e riflettori puntati sul Tribunale di Palermo, dove si sta svolgendo uno dei processi più significativi degli ultimi anni in Italia. L’imputato è il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, leader della Lega, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio in relazione al caso Open Arms, la nave dell’omonima ONG spagnola che, nell’agosto 2019, rimase bloccata al largo delle coste italiane con 147 migranti a bordo.

LE ACCUSE

Le imputazioni a carico di Salvini derivano dalla sua decisione di vietare alla nave Open Arms di entrare in acque italiane e sbarcare i migranti a bordo. Per giorni, l’imbarcazione rimase ferma al largo di Lampedusa, in attesa di un permesso per attraccare. Durante quel periodo, le condizioni dei migranti peggiorarono sensibilmente, con episodi di disperazione, tentativi di suicidio e atti di autolesionismo che portarono alla denuncia della situazione da parte dell’equipaggio e delle ONG. Solo dopo 19 giorni e dopo l’intervento della magistratura italiana fu consentito lo sbarco. Secondo l'accusa, la decisione di Salvini di impedire lo sbarco rappresenta una violazione del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali. L'accusa di sequestro di persona si basa sulla tesi che i migranti a bordo siano stati privati illegittimamente della loro libertà personale, trattenuti in condizioni insostenibili senza alcuna base legale. Il rifiuto di atti d'ufficio riguarda invece il mancato rispetto degli obblighi ministeriali e delle convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare, secondo cui i migranti in pericolo devono essere accolti nel porto sicuro più vicino. Durante la sua requisitoria, questa mattina, la pm Giorgia Righi ha specificato che "Il 14 agosto iniziò lo scambio epistolare tra l'allora premier Giuseppe Conte e il ministro Matteo Salvini. Conte inviò la prima lettera a Salvini sui soggetti minorenni e lo invitava ad adottare i provvedimenti adeguati" ha detto Righi. Poi ha ricordato le testimonianze di medici e organizzazioni umanitarie che spiegavano come a bordo ci fosse sconforto e che descrivevano migranti con la scabbia, alcuni con il timpano perforato, confermando le pessime condizioni psicofisiche delle persone.

LA DIFESA

Salvini ha sempre difeso la sua decisione come una scelta politica legittima, presa nell’ambito del suo ruolo di ministro dell’Interno e finalizzata a proteggere i confini nazionali e contrastare l'immigrazione irregolare. Secondo il leader della Lega, la sua azione faceva parte di una più ampia strategia per scoraggiare l’attività delle ONG, che a suo avviso favoriscono il traffico di esseri umani nel Mediterraneo, e per richiedere una maggiore condivisione delle responsabilità tra i paesi europei. Nell’ambito del processo di oggi, Giulia Bongiorno, il difensore di Matteo Salvini, ha dichiarato, durante una pausa del processo, che “il pubblico ministero sta procedendo con una requisitoria contro il decreto sicurezza bis che è un atto del governo” ha detto l’avvocata. "È una requisitoria un po' contraddittoria perché la premessa è: non stiamo processando il governo, però il decreto sicurezza bis è in contraddizione con la Costituzione”. E conclude “non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati, ma una linea politica".

LE TESTIMONIANZE

Giorgia Righi ha ripercorso tutte le fasi del della vicenda, rappresentando le testimonianze delle persone che erano a bordo della nave Open Arms. Migranti e membri dell’equipaggio hanno descritto le condizioni di sofferenza e disperazione vissute durante i 19 giorni di attesa in mare. Particolare rilevanza hanno avuto anche le parole di Oscar Camps, fondatore di Open Arms, che ha criticato duramente la decisione di Salvini, definendola una violazione dei principi umanitari. Camps ha sottolineato come l'equipaggio della nave abbia agito sempre in conformità con le leggi internazionali del mare, rispondendo a un SOS e salvando vite umane in pericolo, e ha denunciato il clima di ostilità che le ONG come la sua si trovano a dover affrontare nell'attuale contesto politico italiano.

LA POSTA IN GIOCO

La vicenda mette inoltre in discussione il delicato equilibrio tra la gestione dei flussi migratori, i diritti umani e le responsabilità politiche. Il processo continuerà nei prossimi mesi, e il suo esito sarà un test cruciale per capire se le decisioni politiche come quella di Salvini possono essere considerate penalmente rilevanti, o se rientrano nella legittima discrezionalità di chi governa in tempi di emergenza.


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