Processo Regeni: pm, da imputati ragnatela intorno a Giulio. La Farnesina chieda collaborazione al Cairo
Processo Regeni: pm, da imputati ragnatela intorno a Giulio. La Farnesina chieda collaborazione al Cairo Photo Credit: Fotogramma.it
18 marzo 2024, ore 17:00 , agg. alle 17:16
Ragnatela creata dagli 007 egiziani sia attraverso l'acquisizione del passaporto a sua insaputa, perquisizioni in casa in sua assenza, pedinamenti, fotografie e video
Sono dieci i punti che 'inchiodano' i quattro 007 egiziani accusati del sequestro, della tortura e dell’omicidio di Giulio Regeni. A spiegarlo, nell’aula della Corte d’Assise, il Procuratore aggiunto, Sergio Colaiocco. I magistrati di Roma parlano di una ragnatela, che tra il settembre del 2015 ed il 25 gennaio del 2016, si è stretta attorno a Giulio Regeni da parte degli imputati. Tra gli elementi definiti “decisivi” ci sono i video di sorveglianza della fermata della metropolitana del Cairo dove Giulio venne rapito, in cui mancano proprio i dieci minuti in cui il ricercatore friulano fu prelevato; il computer portatile di Regeni, con all'interno una miniera di dati che ha fornito elementi utili sul movente, così come i tabulati telefonici. Infine ci sono i tentativi di depistaggio da parte delle autorità egiziane, dal movente sessuale, alla rapina e quello “più grave”, il ritrovamento dei documenti del giovane in una abitazione collegata ad una banda di criminali poi uccisa dalle forze dell'ordine egiziane. I Pm hanno chiesto alla Farnesina di attivarsi per la collaborazione dell’Egitto. Per Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore friulano, un elenco che brucia ferite mai chiuse ma dicono "Siamo ostinatamente presenti" mentre non hanno voluto commentare la visita della premier, Giorgia Meloni, ieri al Cairo.
LA RAGNATELA COSTRUITA ATTORNO A REGENI
Una trappola, come quella creata dal ragno per catturare le sue prede, stretta attorno a Giulio sia attraverso l'acquisizione del passaporto a sua insaputa, perquisizioni in casa in sua assenza, pedinamenti, fotografie e video, sia attraverso le persone 'amiche' che Regeni frequentava le quali riferivano, in tempo reale, agli imputati dei loro incontri con l'italiano.
GIUDICI, DA IMPUTATI BRUTALE VIOLENZA FISICA
"Brutale e gratuita violenza fisica e di inflizione di sofferenze corporali personali che non possono che avere prodotto, per la loro imponenza, gravissimo dolore e tormento in senso stretto, in un crescendo che ha originato l'evento morte, anche a voler trascurare il dato del patimento psicologico". E' quanto scrivono i giudici della Prima Corte d'Assise di Roma nell'ordinanza con cui hanno respinto le eccezioni avanzate dai difensori dei quattro 007 accusati del rapimento, delle torture e dell'omicidio di Giulio Regeni. "Le modalità - aggiungono - prescelte per il sequestro non possono che essere ispirate a quelle finalità essenziali della tortura pubblica di tipo punitivo e/o intimidatorio".
PM, FARNESINA SI ATTIVI PER COLLABORAZIONE EGITTO
“Lo diciamo sin da ora: servirà un proficuo lavoro del ministero degli Esteri che dovrà suscitare la collaborazione delle autorità egiziane. Solo la polizia egiziana, infatti, può notificare gli atti e dare il via libera per ascoltare a processo i 27 testimoni inseriti nella nostra lista e che vivono in Egitto. Questa collaborazione sarà fondamentale per una compiuta ed esaustiva ricostruzione dei fatti”. E' quanto ha affermato in aula il procuratore aggiunto di Roma, Sergio Colaiocco illustrando la lista dei testimoni da ascoltare nel processo a carico di quattro 007 egiziani.