04 giugno 2022, ore 08:46 , agg. alle 09:49
La protesta sarebbe stata provocata dalla decisione dell'amministrazione penitenziaria di sospendere un farmaco somministrato a tossicopidendenti e soggetti con problemi psichiatrici. "La situazione è drammatica", denuncia il sindacato Uilpa della Polizia penitenziaria
Ha rischiato di avere conseguenze molto gravi la protesta inscenata ieri nella Casa circondariale di Cremona. A darne notizia la Uilpa della Polizia Penitenziaria. Secondo quanto riporta Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato, verso le 22 di ieri sera alcuni detenuti hanno appiccato il fuoco nelle loro celle utilizzando materassi, lenzuola e olio . Le fiamme si sono propagate velocemente e hanno coinvolto due piani dell’edificio e un paio di reparti. Almeno 80 persone sono state evacuate attraverso i corridoi che portano alla zona di passeggio. I vigili del fuoco intervenuti hanno impiegato alcune ore per domare i roghi . Sempre secondo la nota diffusa da De Fazio, il carcere resta presidiato dalle forze dell’ordine.
La sospensione del farmaco
La protesta nel carcere di Cremona arriva al culmine di un periodo di altissima tensione provocato dalla decisione dell’amministrazione penitenziaria di sospendere un farmaco, somministrato a tossicodipendenti e soggetti con problemi psichiatrici e che tra i detenuti viene usato come merce di scambio.
"Situazione drammatica"
Nel comunicato del sindacato, Gennarino De Fazio denuncia la situazione drammatica dei penitenziari italiani: ''Nelle carceri da troppo tempo si vive l'inferno, talvolta, come nel caso di Cremona, non solo metaforico. Cambiano i capi del Dap, tre in due anni, ma non muta la disfatta dello Stato, che resta inerme di fronte allo sfacelo più totale. È evidente, come abbiamo sottolineato più volte, che la grave disfunzionalità del sistema non possa essere affrontata solo per via amministrativa, ma che occorrano gli interventi della politica, del ministero della Giustizia e del Governo''. ''Ripetutamente abbiamo segnalato le gravissime criticità del carcere cremonese – prosegue De Fazio - che assomma a quelle comuni alla quasi totalità degli istituti penitenziari del Paese alcune difficoltà particolari, come quelle che derivano dal non avere assegnato un Comandante della Polizia penitenziaria titolare da circa tre anni e da una gestione complessiva che si caratterizza per continui disordini”.