05 gennaio 2021, ore 12:30
agg. 07 gennaio 2021, ore 12:03
Coinvolte sette regioni, scoppia la polemica, nessuno vuole sul proprio territorio un deposito nucleare
La notizia è arrivata nel cuore della notte. È stata pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) che individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. Come mai sia stata pubblicata all’ una di notte nessuno l’ha ancora capito, ma le polemiche sono partite alle prime luci dell’alba.
I siti in sette regioni
Sette le regioni individuate. Già un paio di governatori hanno detto che non se ne parla nemmeno di avere sul proprio territorio rifiuti nucleare. Gli altri si aggiungeranno tra poche ore. D’altronde siamo il paese nel quale tutti vogliono le discariche, ma lontano dalle proprie abitazioni. Figuriamoci un deposito di rifiuti nucleari. La Carta, elaborata in base ai criteri previsti dall'Ispra nella Guida Tecnica n.29, oltre che in base ai requisiti indicati nelle linee-guida dell'International Atomic Energy Agency (Iaea), individua 67 aree idonee ad ospitare l'infrastruttura che da cronoprogramma dovrebbe funzionare a partire dal 2025.
Il via libera dei ministeri competenti
Nei giorni scorsi era arrivato il via libera alla pubblicazione da parte dei ministeri Sviluppo economico e ambiente ed ora si apre una fase di consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, in cui le Regioni, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse qualificati possono formulare osservazioni e proposte tecniche. La chiamano “consultazione pubblica”, ma sarà, con ogni probabilità, un litigio collettivo. Nessuno vorrà prendersi in carico un sito di questo tipo. Il nulla osta alla pubblicazione della Cnapi doveva arrivare entro il 20 agosto 2015. La richiesta da parte dei ministeri competenti a Sogin e Ispra di alcuni accertamenti tecnici ha fatto però slittare più volte la data. Ma a dilatare ulteriormente i tempi hanno pesato anche gli impegni politici: dalle regionali del 2015 al referendum costituzionale del 2016 fino ad arrivare alle elezioni del 2018 e al cambio di governo con il Conte2. L'arrivo della pandemia ha poi fatto il resto ma non era più possibile rinviare, considerando anche che l'Unione Europea ad ottobre dell'anno scorso ha aperto contro l'Italia una procedura d'infrazione.
Le sette regioni
Sono sette le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale. Sono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Ogni regione ha le proprie aree. La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione che durerà 4 mesi e che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati. Il Deposito Nazionale è un'infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.
L'elenco dei 67 siti comune per comune
PIEMONTE
In particolare le 8 aree del Piemonte sono collocate tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Carmagnola, Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio; Bosco Marengo, Novi Ligure, Torino, Caluso, Mazzè, Rondissone, Castelnuovo Bormida e Sezzadio).
TOSCANA
In particolare le 2 aree sono collocate tra Siena e Grosseto (che comprendono i Comuni di Pienza, Campagnatico).
SARDEGNA
Le 14 aree della Sardegna sono collocate in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant'Antonio) e nel Sud Sardegna (Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei e altri). Tutte e 14 le aree sono identificate con il colore celeste, e quindi meno idonee, per le quali viene tenuto in considerazione il fattore del trasporto marittimo.
BASILICATA E PUGLIA
Le 17 aree sono collocate tra Potenza, Matera, Bari, Taranto (Comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso). Di queste 17 aree sono 6 quelle in zona 'verde', la cui candidatura è più favorevole (Comuni di Altamura, Matera, Laterza e Gravina di Puglia).
LAZIO
In particolare le 22 aree del Lazio sono collocate in provincia di Viterbo (nei comuni che comprendono i Comuni di Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano). Di queste 22 aree, però, quelle identificate con il colore verde, e quindi considerate più idonee, sono 7 (comuni di Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Corchiano).
SICILIA
Le 4 aree della Sicilia sono collocate nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta (nei comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera). Di queste nessuna è identificata con il colore verde che indica le aree considerate più idonee rispetto ad alcuni parametri.