Pulvirenti, la normalità della vergogna
30 giugno 2015, ore 09:41 , agg. alle 10:26
Il Presidente del Catania confessa di aver comprato un po' di partite, ma così...per sport
Il N.1 del Catania Calcio, Antonino Pulvirenti, ha confessato di aver comprato 5 partite della sua squadra, per salvarla dalla retrocessione in Lega Pro. Parole pesanti, come macigni. Il Catania verrà distrutto dall'irresponsabilità del suo proprietario e sarà costretto a ricostruirsi un presente e un futuro, ci si augura in mani decisamente migliori delle attuali. Ancora più devastante la noncuranza, quasi la levità, con cui Pulvirenti ha candidamente ammesso di aver comprato partite. Come parlasse di una serata fra quattro amici al bar...suvvia, che sarà mai...
Il totale di quanto pagato da Antonino Pulvirenti, per compare la salvezza del Catania, è di mezzo milione di euro. Centomila euro a partita, la tariffa della vergogna.
E' tale, però, il disprezzo di qualsiasi morale e regola, che Pulvirenti ha sentito l'esigenza di precisare ai magistrati che, in fondo, lui ha pagato, ma così, tanto per...Neppure è sicuro che i soldi abbiano funzionato, che la combine sia andata a segno. Il Catania ha fatto quattro vittorie e un pareggio, in quei cinque incontri comprati, ma sarà stato il caso (cinico e baro), una congiunzione astrale, semplicemente la vita...
Il dramma va oltre la fine ingloriosa (e vergognosa) del Catania di Pulvirenti, investe in pieno un calcio italiano totalmente incapace di autoregolamentarsi e generare gli anticorpi a questo schifo.
Perché di schifo stiamo parlando, in Serie B, come in Lega Pro. E che il cielo non voglia peggio. Un marasma, in cui a sguazzare sono i peggiori, in cui chi prova a gestire in modo sano e razionale una società sportiva finisce all'angolo o passa per fesso. Pulvirenti non era l'ultimo arrivato, un dirigente improvvisato. Era in sella da tanto e aveva vissuto anni ruggenti in Serie A. Si può archiviare un caso simile, come l'impazzimento di un Presidente, terrorizzato dalla retrocessione? O si DEVE ragionare su cosa stia diventando la gestione del nostro sport nazionale, dalle serie minori, ai luccichii della Serie A?
Il Presidente della Figc, Tavecchio, ha convocato un vertice, ma è probabile che alla fine - come cantava De Andrè - si costerni, si indigni, si impegni e...getti la spugna, con gran dignità.
Allora, lo ripetiamo: il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, non può stare a guardare. Intervenga, si faccia sentire con assoluta chiarezza e durezza. Se necessario, commissari la Federazione. Non è il momento dei formalismi, o la Federcalcio prende in mano la situazione (non a chiacchere!) o si azzeri tutto.
Nei momenti di crisi, la differenza la fanno coraggio e freddezza.