Quali candidati potrebbero sostituire Biden alle prossime elezioni americane
29 giugno 2024, ore 17:05 , agg. alle 17:15
I nomi ci sono. I limiti e le criticità dei potenziali sostituti alla corsa presidenziale contro Donald Trump
Dopo il disastroso dibattito di giovedì 27 giugno negli studi di Atlanta della CNN, durante il quale Biden ha mostrato tutta la sua fragilità e confusione, i democratici stanno correndo ai ripari, cercando soluzioni ed, eventualmente, sostituzioni.
I LIMITI DELLA SOSTITUZIONE
Ammesso e non concesso che il vecchio presidente, Joe Biden, decida di ‘abdicare’, il processo di sostituzione non sarebbe semplice. In primo luogo c’è il tema dei delegati, Biden può fare un endorsement al suo potenziale successore, ma i delegati non sarebbero costretti ad accettarlo. A questo si aggiunga che non ci sono i tempi e i margini per una campagna elettorale fatta con criterio, a novembre si vota. In più, solo ed esclusivamente il presidente in carica può decidere di rinunciare alle elezioni, cosa non scontata al momento.
I POSSIBILI CANDIDATI: LA HARRIS
Ma ragionando su possibili cambi, la prima in linea di successione è Kamala Harris, la vicepresidente. Sulla carta, la Harris gode di una popolarità inferiore a quella del presidente in carica, dunque con ancor meno possibilità di vincere contro Trump. La scelta di una donna di colore alla vicepresidenza fu un compromesso tra l’ala moderata e quella radicale della sinistra americana, perché Biden era giudicato dai più estremisti eccessivamente moderato, la Harris come seconda ha portato al compromesso. Ma le performance della vicepresidente sono state giudicate dagli osservatori molto deludenti, ha ricevuto parecchie critiche e ha deluso le aspettative. Nei sondaggi è fortemente penalizzata.
IL GOVERNATORE DEL GOLDEN STATE
Il secondo nome è quello del governatore della California Gavin Newson. Lo Stato è il più ricco e popoloso degli USA, ma anche quello con più homeless e una incidenza molto significativa di piccola e media criminalità, fattori che spingono i cittadini a migrare verso altri Stati come il Texas e la Florida (entrambi a guida repubblicana); ma non solo i timori sulla sicurezza, anche la pressione fiscale molto elevata incentiva la fuga dallo Stato del Sole (o dell'Oro). Dunque Newson non scala posizioni in classifica sull’attuale presidente. Era ad Atlanta nei giorni del confronto e ha dichiarato ad alcuni cronisti: “a novembre voterò per lui”.
WHITMER, IL TERZO NOME
L’altro nome che circola in ambiente democratico è quello della governatrice del Michigan, Gretchen Withmer, ma è considerata troppo moderata e pragmatica per accontentare l’ala dell’estrema sinistra democratica. Durante la pandemia fu quella che tenne testa all’allora presidente Trump, confermando le restrizioni a fronte delle proteste contro le chiusure supportate dallo stesso Tycoon. Anche qui difficile trovare il compromesso per mettere tutti d’accordo.
LA SUGGESTIONE OBAMA
Poi, c’è quella che viene definita “la non opzione”. Si tratta dell’eterna suggestione di Michelle Obama, molto accreditata nell’ambiente, che concilierebbe le correnti democratiche. Ma in più occasioni la diretta interessata ha dichiarato di non essere interessata alla carica ricoperta tra il 2009 e il 2017 dal marito Barack. la Casa Bianca l'ha frequentata abbastanza. Niente da fare!