Quarantacinque anni fa finiva la guerra in Vietnam, il conflitto che fece nascere il movimento pacifista
Quarantacinque anni fa finiva la guerra in Vietnam, il conflitto che fece nascere il movimento pacifista
30 aprile 2021, ore 15:00
Il 30 aprile 1975 a Saigon la battaglia finale di una guerra in cui gli Stati Uniti rimasero impantanati, incassando una inaspettata sconfitta; il conflitto in Vietnam ha fatto decollare i movimenti pacifisti in tutto il mondo
LA CADUTA DI SAIGON
Sono passati quarantacinque anni. Il 30 aprile 1975 era un mercoledì. Un giorno storico per gli Stati Uniti e non solo: terminava ufficialmente la guerra in Vietnam, l’ultimo atto fu la caduta di Saigon e la presa del potere da parte del regime comunista del Vietnam del Nord, che unificò il paese per poi dare vita, un anno più tardi, alla Repubblica Socialista del Vietnam. Fu un conflitto sporco e difficile per gli americani, che per tanto tempo restarono impantanati nelle paludi del paese orientale. A Washington pensavano a una vittoria lampo, si trovarono di fronte a una cocente e inattesa sconfitta.
SANGUE E MORTE
La guerra in Vietnam ha lasciato alle spalle una lunghissima scia di morte, su entrambi i fronti: il conto delle vittime parla di 5 milioni tra i vietnamiti (quattro milioni tra i civili e un milione di soldati); le perdite tra i militari americani sfiorarono quota 60 mila. A questo si aggiunse un numero imprecisato di feriti, in molti rimasti mutilati e invalidi per il resto della vita. Sul piano economico le operazioni belliche costarono alle casse di Washington circa 165 miliardi di dollari. Nel corso del conflitto in Vietnam vennero lanciati esplosivi in un numero superiore a quelli utilizzati su tutti i fronti della Seconda guerra mondiale. Inoltre le forze USA utilizzarono un nuovo tipo di bombe al napalm, contenenti fosforo bianco e per questo in grado di amplificare gli effetti distruttivi sugli esseri umani e sull'ambiente naturale. La foto che vedete qui sotto è entrata nella storia, i bambini che fuggono sono stati colpiti proprio dal napalm.
USA IMPANTANATI
Iniziata ufficialmente nel 1955, la guerra in Vietnam aveva visto intensificarsi l'intervento statunitense nel 1964, con bombardamenti a tappeto e attacchi via terra. Teatro degli scontri era stato in prevalenza il territorio del Vietnam del Sud, dove le forze insurrezionali filo-comuniste (chiamati Viet Cong) si opponevano al regime fantoccio sostenuto dagli USA in funzione antisovietica. Dieci anni di strategie militari fallimentari e di proteste dell'opinione pubblica americana per le ingenti perdite umane portarono il governo Nixon, indebolito dallo scandalo Watergate, a decidere il totale ritiro delle truppe e a firmare la pace di Parigi nel gennaio del 1973. La promessa di non far mancare aiuti economici e militari alle truppe governative del Vietnam del Sud non venne mantenuta, per la ferma opposizione del Congresso americano e il venir meno dei poteri del Presidente in carica. Una imbarazzante situazione di stallo, che spianò la strada all'offensiva finale della milizia comunista (sostenuta su larga scala da Cina e URSS), lanciata nel 1975 in barba agli accordi di pace. Fino alla battaglia finale del 30 aprile.
MOVIMENTO PACIFISTA
La guerra in Vietnam ha avuto l’effetto collaterale di far nascere ed espandere il movimento pacifista, che alla fine degli Anni Sessanta, nel pieno della contestazione, ebbe il suo picco. Scrittori, artisti, cantanti, gente comune si scoprirono compatti nel giudicare negativamente la politica aggressiva degli Stati Uniti. I reporter al fronte raccontarono il massacro di civili e la violenza dei combattimenti. Molti americani non riuscivano a comprendere il senso di questa guerra e iniziarono a dissociarsi dalla politica estera della Casa Bianca. Che alla fine si dovette confrontare con una sconfitta su più fronti.