Quattro giorni di Trump, centinaia di ordini esecutivi, alcuni già operativi

Quattro giorni di Trump, centinaia di ordini esecutivi, alcuni già operativi

Quattro giorni di Trump, centinaia di ordini esecutivi, alcuni già operativi Photo Credit: agenziafotogramma.it


Immigrazione, commercio internazionale e dazi, interlocuzione con Cina, Corea del Nord e Russia. Tutti i temi caldi dell'amministrazione Trump e le azioni già intraprese.

Minacce e vendette. Su questi due assi il neo presidente americano Donald Trump sta ridefinendo la politica interna e internazionale del paese più potente della terra. Il codice lessicale è tendenzialmente povero e piuttosto violento, ma senz’altro molto incisivo ed efficace. Se l’intento è far parlare di sé, l’obiettivo è pienamente raggiunto.

E IL MERITO?

Questo in quanto al metodo delle tematiche proposte dal tycoon, per ciò che riguarda il merito è tutto da vedersi. La svolta autoritaria che il presidente vuole imprimere alla democrazia americana ha un sistema di bilanciamenti che entrerà in azione per valutare l’applicabilità degli ordini esecutivi firmati in mondovisione. The Donald ha promesso vendetta a chiunque si opporrà ai sui decreti e alle sue ‘volontà’. Ha minacciato dazi all’Europa, ma dialogherà con gli autocrati del pianeta: parlerà con Xi Jinping, chiamerà Putin e si confronterà con Kim Jong Un. Tra le personalità che ha individuato come interlocutori, non ci sono i vertici europei evidentemente non sufficientemente autoritari per i gusti dell’uomo più potente del mondo.

I MIGRANTI

L’amministrazione Trump, insediatasi da 4 giorni, ha dato il via a una serie di provvedimenti voluti dal presidente. Il tema più caldo, anche durante la campagna elettorale e al quale il popolo americano è più sensibile, è sicuramente l’immigrazione. E la portavoce della Casa Bianca questa mattina si è affrettata a dichiarare che sono stati arrestati “538 immigrati criminali illegali” e centinaia sono stati deportati su aerei militari di Stato (come un Almasri qualsiasi) verso i Paesi di origine. Il tema di Paese d’origine o terzo sicuro non è in agenda per la valutazione sui rimpatri, salvo, poi, qualche tribunale non ritenga inopportuno il provvedimento. Intanto, un giudice federale ha sollevato il dito contro la revoca dello ius soli -uno tra le centinaia di ordini esecutivi firmati dal neo presidente-, che prevedeva il conferimento della cittadinanza ai bambini nati sul suolo americano, compresi quelli partoriti da madri irregolarmente o temporaneamente sul territorio americano.

I DITTATORI

Inoltre, per imbonire gli interlocutori più ostici, ha detto del dittatore della Nord Corea che è un tipo intelligente, alla Cina che preferirebbe non imporre dazi ai suoi prodotti (quindi li vuole imporre solo a quelli europei?), ma ha chiesto a Putin di interrompere il conflitto in Ucraina, sennò si vedrà costretto ad usare l’arma delle sanzioni per farlo scendere a più miti pretese, comunque è in agenda un confronto sul merito. Ma, si sa, lo zar è un osso duro e tramite il suo ministro degli esteri Lavrov, ha già fatto sapere che gli USA non sono considerati amici della madre patria Russia e che considera il presidente “un teppista di quartiere”.

E L'IMPERATORE

Tra le uscite ad effetto del presidente, c’è quella di desecretare i file sugli assassinii di Kennedy e di Martin Luther King. Tutto sarà rivelato, ha dichiarato trionfante Trump, amante, si sa anche questo, delle verità storiche, soprattutto quando sono riscrivibili. Oggi il 47° occupante dello scranno più potente del mondo (che in realtà ha occupato per la seconda volta, e si sta cercando di capire se ce ne sarà una terza) si recherà in California, roccaforte democratica e da sempre osteggiata dal tycoon e incolpata dei mali d’America. Vedremo se oltre ad essere il 47° ad occupare la Casa Bianca, sarà il primo presidente americano ad occupare i territori che si oppongono, legittimamente (ma è un dettaglio), all’annessione agli Stati Uniti d’America, ex culla della democrazia mondiale.



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