Quindicenne trovato morto nel Brenta, la Procura di Padova indaga per istigazione al suicidio
Quindicenne trovato morto nel Brenta, la Procura di Padova indaga per istigazione al suicidio
27 aprile 2022, ore 12:21
Ahmed aveva fatto perdere le sue tracce giovedì scorso, alla ex fidanzata aveva detto di essere in pericolo. Ieri il suo cadavere è stato ripescato nel fiume Brenta, la Procura di Padova indaga per istigazione al suicidio. Appello della madre: chi sa, parli
PROFONDA ANGOSCIA DI UN RAGAZZO
Quel messaggio vocale ha lasciato turbati. Ahmed Jouider, 15 anni, di Padova, l’ha inviato giovedì scorso alla sua ex fidanzata. Le diceva – con un tono basso e preoccupato- che doveva sistemare alcune questioni, che qualcuno lo minacciava, che forse sarebbe morto. Pochi minuti prima il ragazzo era uscito di casa; aveva salutato la madre e la sorella dicendo che sarebbe andato al patronato e aveva aggiunto un “vi voglio bene” che ora suona come estremo saluto. Era salito sulla sua bici rossa e si era allontanato, con l'anima in tumulto. Dopo un paio d’ore il suo telefono cellulare risultava spento e irraggiungibile. Per giorni non si è più saputo nulla di lui, fino a ieri mattina. Quando il suo cadavere è stato ripescato dalle acque del fiume Brenta. Da una prima superficiale analisi, sul corpo non comparivano evidenti segni di violenza. E’ stata disposta l’autopsia.
ISTIGAZIONE AL SUICIDIO
Questa mattina il Pubblico Ministero Andrea Girlando, incaricato delle indagini, ha aperto un fascicolo. Si indaga sul reato di istigazione al suicidio. Inizialmente si era deciso di procedere per sequestro di persona, il cambio di ipotesi di reato consentirà alla Procura di poter fare l'autopsia sul corpo del ragazzo probabilmente già domani o venerdì. Il dottor Andrea Porzionato, che ha effettuato un primo esame esterno sul corpo del ragazzo la mattina del ritrovamento sul fiume, non ha trovato segni di colluttazione o violenza; insomma non c’è alcun segnale che lasci intendere che il ragazzo, prima di finire del fiume, abbia opposto resistenza a qualcuno, ma sarà l'autopsia a stabilire l'ora del decesso con esattezza, e a chiarire le cause della morte.
CHI SA, PARLI
La famiglia del ragazzo è sotto choc, la mamma -Latifa- vuole scoprire la verità e sostiene: “Qualcuno degli amici sa qualcosa sulla morte di mio figlio. Era un bravo ragazzo, non aveva a che fare con la droga. Siamo distrutti”. E proprio per cercare di fare luce su questa oscura vicenda, gli inquirenti stanno sentendo gli amici di Ahmed. Interrogatori sono stati effettuati stamattina in Questura a Padova. Ad amici e conoscenti è stato chiesto se l'adolescente aveva ragioni per togliersi la vita o, viceversa, per essere ucciso da qualcuno con i quali poteva avere dei conti in sospeso. Si lavora anche sul cellulare del ragazzo, che è stato trovato su una passerella sul fiume Brenta, non lontano dal cadavere. Si spera che il telefono contenga qualche traccia. Oltre a quel messaggio vocale, che continua a lasciare turbati.