Quirinale, Francesco Cossiga, il Presidente della Repubblica picconatore e i suoi tre minuti e trentuno secondi

Quirinale, Francesco Cossiga, il Presidente della Repubblica picconatore e i suoi tre minuti e trentuno secondi

Quirinale, Francesco Cossiga, il Presidente della Repubblica picconatore e i suoi tre minuti e trentuno secondi


19 dicembre 2020, ore 14:00
agg. 21 dicembre 2020, ore 15:21

A dieci anni dalla scomparsa un libro ripercorre la vita, i pensieri e gli episodi di uno dei politici più discussi della storia italiana

Il più giovane ministro dell'Interno, il più giovane Presidente del Consiglio, il più giovane Presidente del Senato, il più giovane Presidente della Repubblica: Francesco Cossiga è stato tutto questo e tanto altro ancora. Ma soprattutto è stato il Picconatore, perché le sue ‘picconate’ sono davvero passate alla storia: si tratta in sostanza di polemiche molto ruvide, che hanno segnato il nostro Paese. E leggere di Cossiga - politico, sardo, nato a Sassari - significa poter riflettere e poter capire di più su un passato lungo e importante dell’Italia. A dieci anni dalla sua morte, “Tre minuti trentuno secondi. Francesco Cossiga: i silenzi e il fragore”, il libro del giornalista Giampiero Guadagni, pubblicato dalla casa editrice Marcianum Press con la prefazione di Mario Segni, fa rivivere uno dei personaggi più singolari e controversi della Prima Repubblica. E naturalmente le sue picconate che, secondo la tesi iniziale del volume, non sono esclusivamente l'effetto storico della caduta del Muro di Berlino.


Il tributo ad Aldo Moro

Cossiga, sostiene l'autore, si è comportato negli anni del Quirinale e in quelli successivi come immaginava si sarebbe comportato Aldo Moro se fosse uscito vivo dalla prigione delle Brigate Rosse. Dunque, un tributo al Maestro che non era stato in grado di salvare. Insomma, il libro è il racconto, arricchito da autorevoli valutazioni e testimonianze, della parabola anche umana di una figura politica unica.


Il discorso di fine anno

E il titolo dell’opera è relativo a quanto accade il 31 dicembre 1991 quando Cossiga parla agli italiani per i tradizionali auguri televisivi di fine anno. Il messaggio dura solo tre minuti e trentuno secondi, il più breve della storia. Sostanzialmente il Capo dello Stato non dice nulla. L'anno che si chiude è amaro per lui: a giugno il suo messaggio alle Camere sulle riforme rimane inascoltato. Il 6 dicembre viene presentata in Parlamento la richiesta di impeachment con addirittura 29 capi di accusa: che riguardano ad esempio lo scontro con la magistratura e la legittimità della struttura Gladio. E allora Cossiga "parla non dicendo" sperando che quel suo silenzio faccia più rumore e ottenga più risultati delle sue esternazioni. Non sarà così. Si dimetterà con qualche settimana di anticipo sulla scadenza del Settennato. Si chiude per lui la stagione al Colle più alto; non, però, quella delle Picconate.


Il politico dai tanti volti

Cossiga difatti è stato un personaggio dalle mille sfaccettature: un uomo di grande cultura e al contempo di grande fede, con una predilezione particolare per tre Santi: Newman, Rosmini e Tommaso Moro (quest’ultimo fu proposto da Cossiga come Santo patrono dei politici e dei governanti). Ma anche capace di unire la passione per i baracchini da radioamatore a quella per le tecnologie e l'high tech. Cossiga ancora oggi o lo ami o lo detesti: ma se non lo conosci ti manca un pezzo fondamentale di storia italiana.

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