Quirinale, il Presidente Mattarella difende tutti i cronisti: "Gli atti contro l'informazione sono eversivi"

Quirinale,  il Presidente Mattarella difende tutti i cronisti: "Gli atti contro l'informazione sono eversivi"

Quirinale, il Presidente Mattarella difende tutti i cronisti: "Gli atti contro l'informazione sono eversivi"   Photo Credit: Agenzia Fotogramma


24 luglio 2024, ore 17:00 , agg. alle 17:58

Spazio, anche ad un rimprovero ironico alla Lega, per la proposta (poi ritirata) contro la parità di genere nella lingua italiana, che voleva abolire l'uso del femminile nelle cariche pubbliche e nelle professioni: «Spero si possa dire ancora sindaca...»

Parole chiare, nette, forti. Che fanno rumore. Le ha scandite il capo dello Stato, Sergio Mattarella, durante la cerimonia del Ventaglio con i quirinalisti e la stampa parlamentare, a pochi giorni dal pestaggio di Andrea Joly da parte di alcuni militanti di Casapound.

L’appello

Arriva quindi un appello alla coscienza degli italiani e alla responsabilità di chiunque abbia ruoli nella politica e nelle istituzioni sul rispetto della libertà di opinione, di informazione, di critica: «Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica». Ieri all'analoga cerimonia del Ventaglio al Senato il presidente di Palazzo Madama e fondatore di Fdi Ignazio La Russa, aveva scatenato le polemiche per aver sì condannato l'assalto, ma criticando al tempo stesso il giornalista della Stampa, colpevole ai suoi occhi di non essersi dichiarato come tale davanti ai militanti di estrema destra.

Il discorso

Ma è stato un discorso a 360 gradi quello del Capo dello Stato: dalle «condizioni angosciose» di vita nelle carceri italiane, «indecorose per un Paese civile qual è e deve essere l'Italia», al colpevole ritardo del Parlamento per l'elezione del quindicesimo giudice della Corte Costituzionale. Con un rimprovero sarcatisco alla Lega, per la proposta di legge (poi ritirata) contro la parità di genere nella lingua italiana, che voleva abolire l'uso del femminile nelle cariche pubbliche e nelle professioni: «Spero si possa dire ancora sindaca...».

I moniti

Mattarella poi ha lanciato diversi moniti. Ha ricordato che la Consulta è «al centro della vita della nostra democrazia», e ha giudicato «un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento» la lunghissima attesa per l'ultimo membro, invitando le forze politiche «con garbo e determinazione a eleggere subito questo giudice». E la pazienza, dice il Presidente, è terminata su molti temi. Sulla condizione del carcere, che «non va trasformato in palestra criminale». Sul diritto inalienabile di manifestare e testimoniare le idee, sancito dalla Costituzione. Sulla « disumana giornata del 7 Ottobre e la reazione israeliana con tante migliaia di vittime».

Ucraina

Inoltre, Mattarella rinnova il sostegno dell'Italia all'Ucraina e stigmatizza la scelta di gran parte del mondo di spendere per le armi «immani risorse finanziarie», che potrebbero essere destinate «a fini di valore sociale». Poi l'avviso forte e alto sul rischio di una nuova guerra mondiale. «Historia magistra vitae», dice in latino Mattarella e richiama alla mente il tragico errore di Gran Bretagna, Francia e Italia, che «diedero a Hitler il via libera» ad annettere la parte della Cecoslovacchia dove vivevano i Sudeti. Questo per dire che, se non sosteniamo l'Ucraina, arriverà «l'esplosione di una guerra globale». Il discorso di Mattarella è insomma una preghiera laica per la pace. «Per chiudere queste piantagioni di odio» e interrompere la strage infinita di «giovani vittime mandate a morire», in Israele, in Palestina, in Ucraina. Per spezzare, «con rigore e severità», la catena dell'antisemitismo e dell'intolleranza religiosa e razziale, spesso alimentata e rafforzata dal web.

Usa

Nell'ultima parte Mattarella rinsalda il ponte tra Italia e Stati Uniti. E il capo dello Stato ringrazia il presidente americano Biden che ha annunciato l'uscita dalla corsa «per il suo prezioso servizio e la sua leadership». Infine, avverte la politica italiana, il governo e le opposizioni: «Nessuno - vorrei presumere - ipotizza di conformare i proprio orientamenti a seconda di quanto decidono elettori di altri Paesi e non in base a quel che risponde al rispetto del nostro interesse nazionale e dei principi della nostra Costituzione. Questo vale sia per l'Italia, sia per l'Unione europea».



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